lunedì 17 dicembre 2012

Lettera del Lunedì dei mercati finanziari - 17 dicembre 2012


Carissimi,

 

molti dicono che la costruzione della BCE e dello stesso euro presentava un difetto di fabbricazione. Non si è tenuto conto del fatto che una Banca Centrale, oltre a svolgere funzioni di politica monetaria e politica del cambio ( ed eventualmente la vigilanza bancaria), deve anche poter svolgere la politica del debito pubblico, acquistando titoli pubblici venduti in eccesso rispetto alla domanda e con riferimento a un certo tasso d’interesse. Tutto ciò è vero, ma è anche vero che se si fosse insistito allora su questo punto

la BCE non sarebbe mai nata. Infatti con 11 e poi 12 e ora 17 finanze pubbliche dei paesi dell’Eurozona, sarebbe stato impossibile definire i criteri per questi acquisti. È stato necessario, purtroppo, toccare con mano il problema di una BCE monca come Banca Centrale, per arrivare a una soluzione, anche se imperfetta, del medesimo: la possibilità di acquisti illimitati di titoli dei Paesi che rispettano il fiscal compact. In questo periodo di crisi delle finanze pubbliche dei 5 Paesi di Eurolandia, l’euro è rimasto a galla. Anzi nell’ultimo mezzo anno ha guadagnato 10 figure contro dollaro. Molte grandi case finanziarie lo prevedono a 1.50, 1.60 e oltre. Non lo scrivente, che sulla base di un suo modellino, ritiene che l’ultimo mese in cui l’euro sarà forte è gennaio 2013. Da febbraio, ma soprattutto da marzo, l’euro dovrebbe calare moltissimo. Quello che è certo è che credo di essere uno dei pochissimi a prevedere un dollaro fortissimo nel 2013.

 

Le borse fanno fatica a riprendere la direzione che le ha caratterizzate nel 2012, e cioè verso l’alto. Questa prossima settimana, secondo la mia analisi, potrebbe essere l’ultima di relativa debolezza, o la prima di un potente ciclo ascendente che si manifesterà nel corso del 2013 e oltre. Sono assai indifferente circa il compromesso che eventualmente possa essere trovato riguardante il fiscal cliff. Stiamo assistendo alla fase finale di un grande processo di accumulazione dei titoli azionari in America, in Europa e nei Paesi emergenti, Cina compresa dopo le delusioni degli ultimi anni. Se le cose andranno come io mi aspetto i prossimi 2-3 anni dovrebbero essere molto positivi e fare dimenticare il fatto che le borse hanno dato tante delusioni agli azionisti nei 13 anni precedenti. La borsa Giapponese ha già cominciato a muoversi nettamente in questa direzione. Non dimentichiamoci che 22 anni fa l’indice NIKKEI aveva toccato 39.000. Pensare che risalga a 25.000 non mi sembra scandaloso.

 

L’oro è sballottato un po’ in su un po’ in giù, deve ancora digerire la folle corsa che dal novembre 2008 lo ha portato da 700 dollari l’oncia a 1918 (2 settembre 2011). È una digestione lunga, che potrebbe far pensare che il meglio per l’oro è dietro le spalle. Io penso invece che sia ancora davanti a noi.

Petrolio e gas risentono della fonte energetica rappresentata dalle scisti bitumose, specie canadesi e americane. L’America nel 1973 perse la sua autonomia energetica perché costava meno acquistare il petrolio medio - orientale. Oggi la sta riacquistando, e la cosa ha riflessi molto positivi per la borsa e soprattutto per il dollaro americano.

 

Questa analisi è l’ultima dell’anno solare 2012. Auguro un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo e riprenderemo le nostre analisi nei primi giorni di gennaio 2013.

 

Cari saluti,

 

Francesco Arcucci
 
 

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Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

 

lunedì 10 dicembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 10 Dicembre 2012


Carissimi,

come molto spesso accade, quando gli economisti non riescono a spiegare un fatto lo trascurano. Anzi, negano che esista, lo mettono sotto il tappeto e parlano d’altro. Che le borse europee, con l’eccezione di quella tedesca, abbiano registrato una netta flessione dai massimi del 2007 viene spiegato come un fatto del tutto logico. L’economia è andata male (la causa) e i mercati azionari (l’effetto) hanno subìto una grande caduta (mediamente del 60% e a Milano da 42 mila dell’indice MIB a circa 15 mila). Ma se questo rapporto di causa-effetto è così logico e viene presentato come incontrovertibile, come mai con una economia che è andata benissimo, con tassi di crescita medi dal 2007 al 2012 del 9%, la borsa di Shanghai ha subìto una flessione del 70% in questo arco temporale? E non si dica che ciò è dovuto al fatto che il tasso di sviluppo sia lievemente rallentato nell’ultimo anno e mezzo, visto che il crollo dei prezzi delle azioni ha caratterizzato anche anni “favolosi” di crescita sopra il 10%. E allora? Come si spiega che due cause totalmente opposte (crisi in Europa, grande crescita in Cina) hanno prodotto lo stesso effetto? Forse perché non esiste un rapporto di causa ed effetto fra andamento dell’economia e borsa valori? Oh, mamma mia, no, perché se lo ammettessimo dovremmo buttare nel cestino 250 anni di studi di scienza economica. Meglio trascurare, negare quello che è avvenuto in Cina in campo borsistico. Fare finta di niente o trovare qualche spiegazione cervellotica e intanto insistere nel dire che se i prezzi delle azioni in Europa sono scesi è  a causa del cattivo andamento dell’economia. Questa (pseudo) certezza ci fa sentire meglio.

Al di là di queste osservazioni metodologiche, bisogna ammettere che il 2012 è stato un anno positivo per le borse (salvo per quella cinese). Tuttavia, un po’ meno positivo di come io pensavo, specialmente riferendomi all’ultima parte dell’anno. L’ SP ha chiuso la settimana scorsa sostanzialmente invariato, mentre le borse europee hanno registrato un ulteriore rialzo. A mio avviso il clima sociale non è favorevole ai consumi, ma mira al riequilibrio delle finanze pubbliche disastrate da un lungo periodo di eccessi. In questo contesto, che molti vedono sfavorevole alle borse, esce vincitore il settore delle imprese. Ecco perché, anche se questa settimana potrebbe essere non favorevole alle borse in generale, siamo comunque alla vigilia, secondo me, di un grande rialzo negli Stati Uniti, in Europa e nei paesi BRIC (Cina compresa). L’ultima decade di dicembre dovrebbe essere positiva e segnalare che questa positività continuerà anche l’anno prossimo.

Rilevo con piacere che il dollaro ha registrato miglioramenti nei confronti dell’euro e dello yen, nonostante il buon andamento delle borse. Per l’anno prossimo vedo terminare il periodo di congestione fra 1,33 e 1,26 contro euro e iniziare, probabilmente da fine febbraio, un movimento ascendente del dollaro destinato a sorprendere. Altre monete che vedo positivamente sono il dollaro canadese e le monete dei mercati emergenti.

Non è ancora giunto a mio avviso il momento dell’oro e dei metalli preziosi e neppure quello del petrolio.

 

Cari saluti.
Francesco Arcucci


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lunedì 3 dicembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 3 Dicembre 2012


Carissimi,

si afferma comunemente che i mercati azionari sono volatili sul breve termine, ma sul lungo termine offrono un rendimento superiore a quello delle obbligazioni perché collegano il risparmio ai profitti di impresa che mediamente crescono nel tempo. Questo equity risk premium negli ultimi 13 anni è mancato completamente a New York, dove peraltro il Cape (Cyclically Adjusted Price Earning) è sopra la media storica, mentre è stato fortemente negativo (da -40% a -60%) in Italia, Spagna, Giappone, Russia, Francia e anche Germania. Ciò ha spinto molti gruppi di investitori come i fondi pensione anglosassoni ad abbandonare la borsa. Oggi gli investitori sul mercato azionario sono prevalentemente fondi di investimento, hedge funds e altri investitori con un orizzonte temporale breve. Così, mancando una base di azionisti stabile, il mercato azionario è venuto meno nella sua funzione primaria di raccoglitore di denaro per le imprese quotate. Chi può sostituire quindi i fondi pensione? Tre tipi di operatori: 1) gli ETF, che – soggetti al rischio sistemico- eliminano il rischio specifico, 2) i fondi di ricchezza sovrani dei paesi emergenti, 3) i grandi investitori privati internazionali che, di fronte ai rendimenti reali zero o negativi sulle obbligazioni e alle basse quotazioni delle borse, si stanno muovendo a frotte verso il mercato azionario. E sono anche queste le ragioni, insieme con molte altre, del mio ottimismo sull’andamento delle quotazioni nel 2013-2014-2015 e magari oltre. La settimana scorsa è continuato il movimento ascendente delle borse che sono al livello più alto delle ultime sei settimane. È continuato anche il processo di recupero delle borse europee e di quella giapponese rispetto a New York. Ci avviciniamo alla fine dell’anno e vale una regola che ha avuto una sola eccezione negli ultimi trent’anni. Il livello delle borse a fine anno è sempre più alto di quello al 30 novembre.

L’euro ha recuperato. La causa ufficiale è l’accordo più vicino con Atene. In realtà, a mio avviso, quando sarà certo il salvataggio di Atene, la moneta unica europea comincerà a scivolare, o almeno questo dice il mio modello, e continuerà per almeno 2-3 anni, fino a  livelli che oggi non si possono nemmeno menzionare per evitare l’accusa di esagerare.

L’oro ha sempre attratto l’interesse degli analisti. Ma per ora sembra interessare un po’ meno. Come il petrolio.

Il mercato obbligazionario si trova nella stessa situazione, ma opposta, rispetto a quella del 1981/1982. Allora sembrava che i prezzi non potessero mai salire (e i tassi scendere), oggi sembra che non possono mai scendere. Sbagliavano allora con il future del TBond trentennale a 55. Sbagliano adesso con il future del TBond intorno a 150.

 Cari saluti
Francesco Arcucci

 


 
 
 
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lunedì 26 novembre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 26 Novembre 2012


Carissimi,

vorrei ricordare alcuni punti di svolta sulla borsa di New York. Nel settembre 2011, mentre le borse crollavano, New York compresa, io feci la previsione che alla fine di quel mese avremmo avuto un minimo e poi un notevole rialzo. L’SP scese fino a 1070 il 4/10/11 e poi rimbalzò portandosi alla fine di marzo 2012 a 1407. A quel punto ritenni che sarebbe avvenuta una correzione che infatti si materializzò in aprile e maggio 2012 fino a 1260 dell’SP toccato all’inizio di giugno 2012. Dopo un po’ di movimento laterale in giugno e all’inizio di luglio non ebbi dubbi che le parole di Draghi alla fine di luglio 2012 si sarebbero saldate con quanto io avevo previsto e cioè una nuova fase di rialzo che infatti ci portò a 1470 di SP il 5/10/12. Poi di nuovo una correzione alimentata dal timore del fiscal cliff, ma per me il mercato azionario di New York è al rialzo e nell’ultima settimana lo ha dimostrato risalendo di oltre il 3%. Queste mie previsioni degli ultimi due anni sono state un po’ offuscate in Italia e in Europa dal fatto che, mentre con riferimento a New York erano sorprendentemente esatte, viste dall’Europa non erano altrettanto precise. Infatti, se guardiamo in un grafico la performance relativa delle borse europee rispetto a New York dal 2012, la debolezza delle prime ha reso meno chiari i punti di svolta verso l’alto che a New York erano chiarissimi. Ma da qualche settimana finalmente le piazze europee si sono messe in sintonia con New York e anzi la sopravanzano, per cui le mie previsioni si possono applicare anche ai titoli europei e italiani in  particolare. Il fronte degli ottimisti si sta allargando, ma ora è troppo facile: non sono più previsioni, ma affermazioni al traino. Adesso l’ottimismo è ormai “ufficiale”. Dice Bernanke: “l’anno prossimo potrebbe essere un anno molto buono per l’economia americana.” Ben Bernanke ha speso gli ultimi 4 anni ad ammonire circa il pericolo che il deludente andamento dell’economia potesse tradursi in qualcosa di peggio: le sue ultime affermazioni danno ragione a chi, come me, da oltre un anno è ottimista sulla borsa USA. Siamo in presenza di un punto di svolta: escludendo l’Eurozona i dati economici stanno migliorando, la disoccupazione è al ribasso, le banche capitalizzate, i prezzi degli immobili più stabili, le condizioni creditizie meno tese. E in Europa? Anche qui la crisi dell’euro si può dire in gran parte superata dal patto Merkel-Draghi e le borse lo sentono. Anche perché sono posizionate per il peggio e i prezzi sono bassissimi non solo in termini di P/E, ma di dividendi/prezzi che è pari ad un incredibile 5% contro un rendimento dei titoli di stato a 10 anni dei paesi europei sicuri di circa il 2%.

Che cosa manca ancora? Il sentiment, ma quello verrà. Quando tutti quelli che erano supernegativi cambieranno idea e diventeranno positivi e superpositivi nel 2013-2014-2015 si potrebbe manifestare il più potente bull market degli ultimi 100 anni. E a quel punto il vero rischio sarà la bolla speculativa. Non mi pento di avere detto in agosto 2012 che, secondo me, bisognava fare il contrario che nel luglio 2007. Allora occorreva mettersi “sotto la tenda”, non avere debiti, ridurre al massimo le partecipazioni e gli asset non liquidi. Oggi, secondo me, occorre fare il contrario.
Passando al mercato valutario ricordiamo che l’euro fece un minimo alla fine di luglio 2012 a 1,2060 contro dollaro e da allora è in una fase di congestione che io valuto fra 1,25-1,33. Per me questa congestione sarà rotta verso il basso. Quando? Il mio modellino dice: tra febbraio 2012 e marzo 2013.
Gli altri mercati sono meno interessanti compreso quello dei metalli preziosi (meglio l’argento) e del petrolio. Attenzione al TBond trentennale americano che potrebbe essere davvero vicino, quello sì, ad un grande cliff.


Cari saluti

Francesco Arcucci

 


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lunedì 19 novembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 19 Novembre 2012


Carissimi,

nel 2006/2007 io ho scritto numerose volte che eravamo in presenza di un’inflazione creditizia che stava giungendo al culmine (ve ne erano tutti i segni premonitori) e che sarebbe stata seguita da una deflazione creditizia terribile. L’economista Roubini la pensava allo stesso modo e gli venne concesso il palco della riunione annuale del FMI per dirlo: diventò famoso.
Da allora Roubini ha sbagliato numerose volte (e chi non lo fa?). In particolare non ha colto la svolta al rialzo di Wall Street del marzo 2009 – da me centrata perfettamente- e nel complesso è sempre rimasto pessimista. Ma soprattutto, avendo già fatto numerosi errori, è diventato non tanto più cauto, quanto più banale. Invece di prevedere, tende a spiegare ciò che è già avvenuto. Ora dice che il rally iniziato nel luglio 2012 sta finendo perché non sostenuto da buoni dati macroeconomici dei paesi sviluppati ed emergenti, ma soltanto dalla creazione di nuova liquidità delle banche centrali che ha spinto gli investitori assetati di reddito a cercarlo nelle azioni, nelle commodities, negli strumenti finanziari rischiosi tipo CDS e nelle monete dei paesi emergenti. Ora il rally sta fallendo, secondo lui, di fronte all’aggravarsi della crisi economica, dei problemi del rischio sovrano in Europa e delle incertezze politiche e geopolitiche specie in Medio Oriente. Sono tutte considerazioni giuste, ma già scontate dai mercati. Il mercato azionario è un discounting process. Il problema non è guardare nello specchietto retrovisore, come fa Roubini oggi (ma non nel 2007), ma in avanti.

1.       Le azioni sono care o a buon mercato? A me sembrano a buon mercato tenendo conto del rapporto P/E storico.

2.       La differenza fra il rapporto utili/prezzi e i rendimenti dei titoli decennali negli Stati sicuri è o non è di circa sei punti, rendendo l’investimento azionario molto conveniente?

3.       La posizione finanziaria netta delle imprese è o non è la migliore da decenni  a questa parte per effetto delle riduzioni di personale e degli scarsi investimenti?

4.       I tassi di interesse a medio termine ben presto cominceranno a salire come è successo nel periodo 1949/1951 (da livelli superbassi) a causa di un certo miglioramento dell’economia. È vero o non è vero che in questo caso le borse reagiscono con dei rialzi dei prezzi?

Se tutto ciò è vero, come si spiega l’attuale correzione delle borse di circa il 7% da metà ottobre? In gran parte si spiega col fatto che negli Stati Uniti i grandi investitori hanno deciso di vendere i titoli per usufruire del basso peso fiscale sulle plusvalenze destinato a terminare  alla fine di quest’anno. Così incassano i profitti anche sui titoli migliori tipo Apple, Google, Amazon, Priceline, etc. Ma poi li ricompreranno. Io penso che a più tardi fra due settimane, o comunque entro Natale,  si metterà in moto il grande bull market di cui parlo da tempo.
Anche la correzione sull’oro sta terminando.
Confermo che si sta per presentare una grande occasione di vendita del TBond americano a trent’anni.
Per quanto riguarda le altre materie prime non mi sembrano interessanti e nemmeno il petrolio che è stato aiutato nella sua quotazione dalle vicende mediorientali.
Passando a parlare del mercato valutario, ritengo che lo yen continuerà ad indebolirsi perché è la moneta ideale in cui indebitarsi investendo in monete che rendono maggiormente. Anche l’euro continuerà ad indebolirsi, ma i mesi ideali per il crollo sono febbraio-marzo 2013.

Cari saluti

Francesco Arcucci
 
 
 
 
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lunedì 12 novembre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 12 Novembre 2012


Carissimi,

se è vero che, quando i mercati azionari sono al rialzo, scalano il muro della preoccupazione (the wall of worry) di motivi di preoccupazione ne hanno moltissimi. Dal fiscal cliff in America (automatici aumenti delle tasse e riduzione della spesa pubblica) al risveglio del rischio sovrano in Grecia e Spagna (e forse Italia), dalla recessione in Europa al possibile rallentamento economico nei paesi emergenti, etc. Questa passata settimana la preoccupazione prevalente è stato il fiscal cliff che ha determinato una flessione di circa il 2% dei mercati azionari (meno 6% dai massimi di un mese fa) e che ha preso piede subito dopo l’annuncio della vittoria di Obama. Eppure io non riesco a diventare pessimista. Si pensi al fatto che i profitti stanno rappresentando una quota sempre più grande del Pil ( a danno del monte salari); al fatto che il rapporto prezzi/utili è pari a 12 in America e a 10 in Europa (rispetto ad una media storica di circa 18); al fatto che il divario fra il rapporto utili/prezzi delle azioni, da un lato, e il basso rendimento delle obbligazioni dei paesi sicuri, dall’altro, ha raggiunto livelli mai toccati in precedenza;  al fatto che il mercato azionario si è posizionato in generale in vista del peggio con un risk equity premium negativo che contraddice ogni teoria economica. E si potrebbe continuare. Per questo io penso che la recente flessione dei prezzi non fa altro che correggere gli eccessi della salita da 1250 dell’ SP (4/6/2012) a 1470 di un mese fa e costituisce un'altra occasione di acquisto. Potrei sbagliare, ma la mia previsione è che siamo di fronte ad uno straordinario bull market che si manifesterà nei prossimi due/tre anni.

L’euro si è indebolito perdendo circa quattro figure dai massimi di inizio settembre, ma io non sono ancora contento. Quello che voglio vedere è borse che salgono e euro che scende, contraddicendo la teoria del risk on, risk off degli ultimi anni. I metalli sono in fase correttiva, ma l’alternativa è fra essere molto ottimisti oppure ottimisti e basta. Per ora io sono solo ottimista ma ben presto ci saranno ragioni per diventare ancora più ottimisti. Quando? Presto.

Occorre sempre dare un’occhiata al valore del TBond trentennale americano che continua ad oscillare fra 152 e 145. Anche qui siamo alla vigilia di un grandissimo movimento questa volta al ribasso e occorre posizionarsi in questo senso.

Cari saluti

Francesco Arcucci
 
 
 
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martedì 6 novembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 5 Novembre 2012


Carissimi,

 

quello che sorprende è che non solo gli italiani e i latini in genere, ma anche gli anglosassoni non credono nel mercato aperto. I primi sono convinti che il mercato sia manipolato dai pochi a danno dei molti. Ma anche i secondi sono convinti che variabili esterne, come la politica, siano decisive a orientare i prezzi verso l'alto o verso il basso . Solo così si spiega il fatto che vi sia tanta trepidazione in merito a chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti: Obama o Romney, un democratico o un repubblicano e Wall Street fa il tifo per quest'ultimo perché pro Business. A nulla serve ricordare che nel complesso l'andamento del mercato azionario non si é discostato di molto a seconda del partito dell'inquilino della Casa Bianca. Anzi a volere ben vedere, storicamente Wall Steet ha registrato risultati un po' migliori con un Presidente democratico, almeno riferendosi ad un arco temporale lungo (l'unico che conti per escludere fatti casuali). La verità che nessuno vuole ammettere é che il partito di chi siede alla Casa Bianca é ben poco importante, cioè ben poco correlato con l'andamento dei prezzi di borsa. Farlo vorrebbe dire svelare un mito, un luogo comune, un pregiudizio molto forte, interrompere un gioco di società e nessuno ha la forza psicologica per farlo, anche se il mito é contraddetto da fatti inoppugnabili.

Per questo motivo io avanzo la previsione che Obama o Romney, il mercato azionario é rivolto verso l'alto per i motivi più volte menzionati in questa sede. Anzi a me sembra che la cosa più importante  che sta avvenendo é che nella settimana scorsa la borsa di New York si é rafforzata insieme con il dollaro. Finora é sempre stato il contrario nella logica del risk on, risk off. Una rondine non fa primavera, ma é incoraggiante perché prevede l'SP al rialzo( e le altre borse al traino) e il dollaro sempre più forte per alcuni anni. Questa settimana penso che registreremo ancora un notevole rialzo dell’SP e del dollaro, contro in particolare Euro, Sterlina e Ien.

Interessante il comportamento dei metalli preziosi che hanno dato una prova di fragilità al rialzo del dollaro. Come ho già detto i metalli preziosi non sono ancora pronti a rifare l'exploit del 2011, tuttavia la settimana prossima potranno registrare importanti spunti rialzistici.

Debole tutto il resto compreso il petrolio:il tutto in linea con le previsioni.

 

Cari saluti.

 

Francesco Arcucci






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lunedì 29 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 29 ottobre


Carissimi,

 un tempo (diciamo fino a vent’anni fa) la gestione patrimoniale consisteva nell’affidarsi ad uno o più money manager che decidevano in merito a quali azioni acquistare o vendere. Al riguardo facevano scuola le esperienze di alcuni grandi gestori –tipo Soros, Leo Cooperman, Steinhard- capaci di assicurare alla clientela rendimenti del 20-30% all’anno. Ma gli altri? I risultati della loro gestione “attiva” erano modesti e sproporzionati alle alte commissioni praticate. Da una parte, si poteva dire che vendevano sogni, dall’altra, facevano correre ai clienti il doppio rischio: di mercato e del singolo titolo. Grandi rischi, modesti risultati, alte commissioni (si pensi alle banche svizzere). La cosiddetta gestione “attiva” era contraddetta inoltre dalla prova della scimmia. Ossia un portafoglio di azioni scelte a caso da una scimmia, tirando dei piccoli dardi su un giornale dove era riportato il listino di borsa, aveva l’80% di probabilità di essere migliore come rendimento di quello di un gestore attivo. In altre parole, una scelta del tutto casuale batteva 80 gestori su 100. È per questo che gli investitori si sono disamorati della gestione azionaria “attiva” e da alcuni anni preferiscono acquistare un portafoglio che riproduce il mercato (to own market) visto che: 1) in questo modo affrontano un solo rischio invece di due, 2) possono avere accesso al mercato a bassissime commissioni.

Ecco perché la massa degli investitori ha trovato il suo strumento ideale non nei costosi fondi azionari, ma negli ETF, che riproducono semplicemente l’indice di borsa (gestione passiva) e che sono quotati in borsa e negoziabili come azioni.

Questo è il motivo per il quale io, salvo rarissimi casi, mi sono astenuto in queste note dal consigliare singoli titoli e ho concentrato le mie previsioni sull’andamento degli indici di borsa. È già difficile cogliere i punti di svolta dei mercati azionari. È quasi impossibile prevedere oltre a quello dei mercati anche l’andamento di un singolo titolo e cioè il Beta.

Le borse a loro volta vanno classificate. New York è la variabile indipendente (o quasi), gli altri mercati dipendono in primo luogo dal modo in cui si comporta New York e poi da situazioni caratteristiche di ogni singola piazza.

La maggior parte dei report che io ho letto sostiene che siamo sull’orlo del baratro ed in particolare catastrofico è quello che scrive Prechter. Le sue argomentazioni sono convincenti e affascinanti. Tuttavia io credo che si sbagli. Credo che siamo alla vigilia di un rialzo straordinario dei prezzi delle azioni americane, europee e dei paesi emergenti, massacrate da un quindicennio negativo. I prezzi sono bassi e in alcuni paesi come l’Italia sono più prezzi da “opzioni” che da azioni.

Quest’anno, un anno pessimo per l’economia, le borse sono andate nel complesso bene, salvo quella di Shangai e quella di Madrid. Francoforte ha registrato un rialzo del 25% e New York del 15%. Da circa 10 giorni registriamo una piccola correzione che ha determinato una flessione la settimana scorsa di circa l’1,5% in America, in Europa e in Asia. Questa correzione dovrebbe finire ben presto e sarà seguita da una nuova fase di rialzo che continuerà nel prossimo anno.

Sul piano valutario è difficile fare coincidere la mia previsione di un ribasso dell’euro con un rialzo delle borse. Da qualche anno è sempre stato il contrario: borse su, euro su – borse giù, euro giù. Il dollar index sta seguendo il modellino che io ho studiato e che milita per un rialzo grandissimo del dollaro in paricolare contro euro. Vi è solo un leggero allungamento dei tempi.

I metalli preziosi sono da acquistare in debolezza. L’oro è sempre il grande competitor della fiat money e le banche centrali non sono per nulla interessate a ripristinare un diverso modo di creare moneta. Quindi è solo questione di tempo e l’oro tornerà sugli scudi.

La settimana prossima la mia analisi “uscirà” martedì 6 o mercoledì 7 novembre.

Cari saluti

Francesco Arcucci



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Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

lunedì 22 ottobre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 22 ottobre 2012


Carissimi,

i più grandi bull market degli ultimi cento anni sono iniziati nel 1920/21, nel 1949, nel 1982 e secondo me ne dovrebbe iniziare un altro in questo periodo. Come mai sono iniziati in quelle date? Perché i prezzi delle azioni erano molto bassi. E come mai erano bassi? Perché il mercato azionario si era posizionato in modo sbagliato dalla parte di un ribasso che sarebbe proseguito per chissà ancora quanto tempo.

Nel 1920/21, alla fine della Grande Guerra, un’ondata di inflazione si accompagnò ai disastri della conversione delle aziende da economia di guerra, garantita dalle commesse di Stato ad economia di pace con la concorrenza e il mercato. I prezzi delle azioni erano molto bassi perché si pensava che l’economia non sarebbe sopravvissuta a questa prova. Quando la situazione migliorò, iniziarono i ruggenti anni Venti.

Nel 1949 all’inizio della Guerra Fredda era diffuso il sentimento che una nuova depressione alla 1930 era inevitabile e i prezzi delle azioni erano molto depressi. La depressione non si materializzò e, al contrario, iniziò una fase molto favorevole: ne seguì un rialzo straordinario in borsa che durò per quasi vent’anni.

Nel 1982 l’inflazione stava ormai costringendo le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse quasi senza sosta. Le maggiori borse nel decennio 1970/80, se si tiene conto dell’inflazione, subirono un ribasso medio valutabile nell’80%. Iniziato il periodo della disinflazione, l’errato posizionamento del marcato costituì il trampolino di lancio (springboard) da cui partì un rialzo che si concluse solo nel 2007.

Ora le borse sono si sono posizionate nei mesi scorsi per la fine del mondo: il rischio sovrano, la frantumazione dell’euro, la recessione economica al di qua e al di là dell’Atlantico e anche nei paesi emergenti, la deflazione anche palesata dal continuo ribasso dei tassi di interesse. Ci sono tutte le condizioni favorevoli vissute per altri motivi nel 1920, 1949 e nel 1982 e in particolare il posizionamento delle borse in senso opposto a ciò che sta per avvenire. Questo, al di là di tante altre considerazioni, esposte da analisti in generale assai negativi è la ragione del mio ottimismo. Poi, quando il grande bull market si sarà messo in moto e sarà evidente a tutti, si cercheranno altre cause, che a posteriori si trovano sempre, per spiegare ciò che è già avvenuto. L’importante però è dirlo prima cioè saper prevedere gli eventi. Troppi economisti lo hanno dimenticato.

Questa mia visione ottimistica non esclude che sul breve ci possano essere ancora sedute deboli come quelle di giovedì e venerdì scorsi che potrebbero continuare anche questa settimana.

Avevo previsto un ribasso dei metalli preziosi che, avevo detto, “hanno corso troppo, specie l’argento”: è stato così.

Per il rapporto euro/dollaro ci vuole una pazienza da certosino e io so che gli operatori in cambi non hanno pazienza. Molti hanno già cambiato idea e vedono l’euro a 1,40-1,50 e oltre. Penso proprio che sbaglino e che diventeranno di nuovo negativi sull’euro quando fra 3-5 mesi il cambio euro/dollaro sarà sotto la parità. O almeno è questa la mia previsione.

Cari saluti.

Francesco Arcucci



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lunedì 15 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 15 Ottobre 2012


Carissimi,

 

la teoria sostiene che i prezzi delle azioni e quelli delle obbligazioni governative si muovono in senso opposto. In fase negativa del ciclo economico le azioni perdono valore e le obbligazioni lo acquistano. Ma con riferimento a Stati Uniti, Germania  e Gran Bretagna, questo non è stato vero negli ultimi anni di crisi economica. Ad esempio negli ultimi tre mesi si è assistito a un rialzo dei prezzi delle azioni di questi tre Paesi, nonostante il ribasso delle previsioni degli utili aziendali, accompagnato da un rialzo dei prezzi delle obbligazioni. Il motivo è che, da un lato, si sono allontanati i rischi di frattura dell’Eurozona (per cui anche i Paesi periferici hanno registrato un netto rialzo delle borse), dall’altro, il mercato obbligazionario è stato sostenuto dalle prospettive di acquisto di titoli pubblici da parte di FED e BCE. Questo era lo scenario che ci ha reso ottimisti sul mercato azionario durante la correzione di maggio, giugno e luglio 2012, e che ci fa essere molto ottimisti anche per i prossimi mesi. Questa settimana, tuttavia, potrebbe esserci una correzione al ribasso dei prezzi (siamo o no nel mese di ottobre?), per cui sarei molto cauto.

Anche per i metalli preziosi vedrei una sensibile correzione al ribasso. Nelle ultime settimane hanno corso molto, specie l’argento da 27 a 34 dollari l’oncia, per cui una pausa sarebbe più che logica.

L’euro ha dimostrato di non voler perdere subito il percorso rialzista fatto in agosto/settembre da 1,21 a 1,3150 contro dollaro. Ma questa settimana dovrebbe essere assai negativa: dagli attuali 1,29 non mi meraviglierei se si scendesse a 1,26. Come dicevo la settimana scorsa, a mio avviso, il ribasso dell’euro è certo. Sono i tempi che si sono un po’ dilatati. Prima pensavo ad un crollo fra settembre e fine anno, ora penso ad un crollo in inverno. Secondo i miei calcoli non si dovrebbe andare oltre marzo 2013 per vedere nei fatti tale crollo.

 

Cari saluti

 

Francesco Arcucci
 
 
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venerdì 12 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 8 Ottobre 2012


Carissimi,

questa mail è più breve del solito poiché sono in viaggio per lavoro.
Quando in passato veniva diffuso un buon dato sulla disoccupazione in America, la reazione era : borse su e dollaro al rialzo. Questa volta invece abbiamo avuto borse al rialzo, mentre il dollaro si è indebolito in base al solito risk on. In realtà  io credo che la borse continueranno a salire di prezzo -hanno già registrato un rialzo del 20% dall'inizio di agosto quando ho detto che  era tempo di uscire dalla tenda- per tre principali motivi:cambiamento di direzione dei tassi di interesse a medio-lungo termine, catching up rispetto ai deludenti ultimi 15 anni in cui si è avuto un equity risk premium negativo, buon andamento del settore corporate in America.
L'euro invece riprenderà a scendere anche se il ribasso è un po' ritardato nei tempi rispetto a quelli da me previsti. La sostanza non cambia. Euro alla parità con il dollaro entro qualche mese e sotto 0,70 nel 2014-2015. Sia sul piano tecnico che su quello fondamentale non può essere che così. Il bond americano è da vendere su ogni rimbalzo: sta scendendo da 154 a 135 per fine anno.
L'oro nel complesso mi piace , ma preferisco l'argento che si trova il 30% al di sotto dei massimi registrati l'anno scorso a 50 dollari l'oncia. Un livello cruciale 50 dollari perché eguale a quello toccato nel gennaio 1980 allorché i fratelli Hunt tried to corner the silver market.

Cari saluti.

Francesco Arcucci



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lunedì 1 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 1 ottobre 2012


Carissimi,

 

lunedì scorso avevo scritto che ci sarebbe stata sui mercati azionari una piccola correzione e in verità c’è stata. Il trend, tuttavia, è ancora positivo per cui abbiamo un’altra occasione per acquistare azioni in debolezza, anche se potremmo puntare su un livello di acquisto più basso.

La mia idea di fondo è che molti analisti sono negativi perché, in modo miope, guardano al quadro a breve ed in particolare con riferimento agli Stati Uniti al fiscal cliff (più tasse, meno spesa pubblica). Io, invece, do importanza a tre cose che riguardano la big picture.

Primo: che le azioni negli ultimi 10/15 anni hanno registrato rendimenti più bassi delle obbligazioni e questo è in contrasto con la legge della finanza per cui “tutte le attività finanziarie rendono allo stesso modo se ponderate per il rischio”. In questo periodo cioè abbiamo avuto un equity risk premium negativo, cosa che sarà corretta presto.

Secondo: che siamo ad un punto di svolta dei tassi a lungo termine dal basso verso l’alto (probabilmente già avvenuta nel luglio 2012). Si tratta del quarto grande cambiamento di trend in novant’anni. Gli altri sono avvenuti nel 1920 (dall’alto verso il basso), nel 1949 (dal basso verso l’alto), nel 1982 (dall’alto verso il basso). Questi punti di svolta sono stati accompagnati da un grandissimo rialzo dei prezzi delle azioni per cui non mi meraviglierebbe se il DJ (io guardo in primo luogo alla borsa di New York) fra due o tre anni toccherà 25 mila o anche 30 mila punti (gli altri mercati seguiranno). I prezzi delle azioni italiane assomigliano più a prezzi di opzioni che di titoli (tanto sono bassi ).

Il terzo motivo del rialzo è che dei tre settori finali, famiglie, imprese e pubblica amministrazione, quello delle imprese è in buona salute rispetto agli altri due e quindi ben presto i risparmiatori indirizzeranno lì il loro denaro. Al di là di ciò che avviene in settimana in settimana, il mio consiglio è acquistare, specie su ogni debolezza. L’euro sembra avere terminato il suo rabbioso rimbalzo. Molti analisti, fra cui quelli di Banca Intesa e di altre banche maggiori, lo vedono stabile fra 1,30/1,40 per i prossimi due anni. Io no. Io lo vedo in grande, grandissimo declino che comincerà  presto.

L’oro e le materie prime risentono positivamente di questa riaffermazione delle banche centrali di proseguire in una politica monetaria eterodossa, per cui non ci sarebbe da meravigliarsi se il movimento di rialzo dell’oro e soprattutto dell’argento continuasse.

 

Cari saluti

 

Francesco Arcucci

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lunedì 24 settembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 24 settembre 2012


Carissimi,

gli analisti dei mercati azionari da sempre si sono concentrati su tre cose.

1.       Prevedere i profitti aziendali.

2.       Prevedere il rapporto P/E (moltiplicatore) che dipende, in primo luogo, dalla dinamica dei profitti e, in secondo luogo, dalle ondate di pessimismo e ottimismo che si manifestano nel tessuto sociale.

3.       Prevedere l’andamento dei tassi di interessi perché tassi troppo alti uccidono l’investimento azionario.

Ora però sembra che l’unica cosa che conta è decodificare le prossime mosse delle banche centrali. Io non sono d’accordo. Credo che questo modo di vedere le cose sia sbagliato. Le banche centrali sono istituzioni delegate all’esercizio della politica monetaria, della politica del debito pubblico, della politica del cambio, spesso anche della vigilanza microeconomica sulle aziende di credito. Aspettarsi che le banche centrali muovano le borse in un senso o nell’altro è forse vero con riferimento agli ultimi anni, ma è contraddetto da 200 anni di storia economica.

A mio avviso , i mercati azionari sono alla vigilia di un grande rialzo (ma questa settimana ci sarà una piccola correzione) perché sono rimasti al palo negli ultimi 12 anni e perché la situazione del settore delle imprese è molto favorevole, per cui nei prossimi 2-3 anni l’investimento azionario farà faville. Poi vedremo.

Circa il mercato valutario il rabbioso rialzo dell’euro ha plafonato esattamente a metà della forchetta 1,30-1,33 che avevamo menzionato come capace di fermare il movimento in parola. Per ora il ribasso da 1,3150 è stato modesto (1,2940), ma io credo che continuerà e che la mia previsione di un euro molto più debole sarà confermata dai fatti.

Stabili i tassi di interesse a lunga. Il TBond americano si trova intorno a 144-145, ben al di sotto del livello di vendita di 150 che avevo consigliato.

L’oro è forte. La prospettiva di tassi a breve bassi fino al 2015 riduce il costo opportunità di detenere oro e argento, per cui continuo ad essere positivo, anche se, secondo me, sono le azioni e i grani i mercati in cui concentrare i propri investimenti.

Cari saluti

Francesco Arcucci

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lunedì 17 settembre 2012

L'analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - Lunedì 17 Settembre


Carissimi,

L’insider trading, l’utilizzo di informazioni sulle società quotate in borsa non disponibili alla generalità degli investitori, è un reato che viene perseguito. Ma è un “piccolo” insider trading. Il grande insider trading riguarda i cambi, i tassi d’interesse, gli indici di borsa, i metalli preziosi. Da metà agosto è evidente che molti sapevano. Sapevano gli orientamenti dei giudici costituzionali di Karlsruhe e della FED. Chi? Gli impiegati, le segretarie, gli amici degli impiegati e delle segretarie e via dicendo, in una catena che si è ampliata moltissimo. Così il dollaro quasi per incanto ha incominciato a indebolirsi, l’oro a salire di prezzo, le materie prime che da mesi erano fiacche si sono apprezzate del 17% in un mese. E poi Helicopter Bernanke ha colpito ancora (“se vorremo lanceremo i dollari dagli elicotteri” aveva detto). Salvo il caso unico che proprio un governatore e sua moglie guadagnino da queste operazioni, nessuno viene mai perseguito. Nel campo dei mercati menzionati non vi è una SEC che punisca l’insider trading. Due pesi e due misure.

Ma torniamo a noi. La borsa americana è al rialzo dal 9/3/2009 e l’SP è ormai in vista dei massimi del 2007. Durante la flessione dei corsi iniziata quest’anno alla fine di marzo io ho previsto che tale flessione sarebbe terminata alla fine di luglio 2012. Solo per l’aiuto delle banche centrali? Non credo. Ci sono moltissimi motivi ricordati qui spesso che sottolineano la buona situazione in cui si trova nei principali Paesi il settore delle imprese rispetto a quello delle famiglie e della Pubblica Amministrazione.

Il mercato valutario ha visto un euro in declino quest’anno da 1,36 a 1,21 contro dollaro. Poi la BCE ha deciso gli interventi condizionati, ma finalmente illimitati per salvarlo e poi la FED ha deciso il QE3 giovedì scorso. Risultato? Una risalita dell’euro da 1,21 a 1,31. Tutto logico? Non credo. L’Europa ha bisogno di un euro debole per attenuare la crisi economica. Come mai allora questo violento rialzo? Secondo me esso è l’effetto del fatto che il mercato era da una parte sola, in questo caso era venditore. Ad un certo momento si manifesta una correzione e gli operatori presi dal panico la ingigantiscono perché si erano sovraesposti al ribasso. Finito il rimbalzo ricade tutto. Fino a dove arriverà tale rimbalzo? Pensavo ad un massimo a 1,30, ma ora direi nell’area 1,30-1,33 dove c’è un angolo dominante non toccato da sei mesi. Ma poi la forza delle cose e della stessa BCE che crea moneta alla grande, porteranno l’euro verso il livello di 1,10 - 1,00 contro dollaro che costituisce la mia previsione per fine anno.

Se è vero che ho sottovalutato il rimbalzo dell’euro, bisogna riconoscere che la mia previsione in merito a un rialzo dei tassi d’interesse in America e in Germania si è avverata. Dieci giorni fa avevo consigliato di vendere il Bond trentennale intorno a 150, ora siamo intorno a 144 e direi di non coprire lo short fino a 142.

E l’oro? Non è, come detto tante volte, un bene rifugio. È l’alternativa alla fiat money (moneta creata dal nulla, a piacere, non convertibile in nulla, anche senza limiti dalle banche centrali). L’oro è disciplina, per cui, se le banche centrali autonomamente applicano l’autodisciplina, l’oro scende di prezzo. Se le banche centrali esercitano una politica monetaria eterodossa alla Helicopter Ben, l’oro alza la testa e sale come è successo dal 2009 in avanti.

 

Cari saluti

 

Francesco Arcucci




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lunedì 10 settembre 2012

L'Analisi del lunedì dei Mercati Finanziari- Lunedì 10 settembre


Carissimi,

 

l’euro contro dollaro ha fatto un minimo alla fine di luglio 2012 a 1,21 e poi è risalito di settimana in settimana fino al balzo di settimana scorsa da 1,26 a 1,28. Ciò significa che il trend ribassista è cambiato dal basso verso l’alto, oppure che si tratta dell’ultimo canto del cigno prima di un movimento al ribasso che lo porterà a fine anno a 1,00-1,10? Io mi schiero nettamente in quest’ultimo senso. In un movimento discendente un rimbalzo, anche netto, ha la funzione di eliminare la mano più debole che si era messa al traino pregustando facili utili (i mercati non regalano mai) e di creare incertezza. Ma poi il trend riprende inevitabilmente ed è quello che mi aspetto nelle prossime settimane almeno fino al termine dell’anno. Anche se qualcuno potrebbe pensare che mi sto sbagliando, io ritengo che per lunghezza temporale e per ampiezza del medesimo il rimbalzo stia terminando. Non mi fanno paura i discorsi su QE3 che sarebbe necessario dopo i dati sulla disoccupazione di venerdì scorso. Non credo proprio che la FED voglia usare ancora quest’arma. Per la legge dei rendimenti decrescenti ogni volta che la FED la usa, diventa meno potente. D’altro lato, se è vero che l’euro deve essere salvato in quanto tale ad ogni costo, perché la sua dissoluzione vorrebbe dire la fine dell’Europa e del più grande e appassionante progetto di dare un destino comune ai popoli europei dopo mille anni di orribili guerre, potendo contare ancora qualcosa nel mondo di fronte ai giganti, questo non significa che il tasso di cambio dell’euro debba essere forte. Nel periodo 2000-2002 il cambio era 0,83 e vi sono tutte le condizioni (compresa la permissività della BCE) perché si ritorni a quei livelli.

I mercati azionari mi stanno dando ragione, non tanto perché sono saliti ma perché in maggio e giugno 2012 avevo detto e scritto che un nuovo bull market era dietro l’angolo. E il bello deve ancora venire.

Per quanto riguarda i metalli preziosi la mia tesi è che la loro forza stia nell’uso spregiudicato della fiat money da parte delle banche centrali. Ecco la ragione dello scatto a 1730 dollari l’oncia dell’oro e a 33 dollari del silver. Ma poiché io non credo che siamo alla vigilia di un QE3, penso che il movimento rialzista abbia corto respiro. Quello dei preziosi quest’anno è un mercato non interessante perché senza trend, anche se l’argento è, come ho già detto, migliore dell’oro.

Le munizioni le userei nel senso di:

1.       Un rialzo delle borse

2.       Un ribasso dell’euro

3.       Un rialzo dei grani (lascerei stare le altre materie prime concentrandomi su frumento, mais e soia).

 

Cari saluti.

 

Francesco Arcucci

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