Carissimi,
se è vero che, quando i mercati
azionari sono al rialzo, scalano il muro della preoccupazione (the wall of
worry) di motivi di preoccupazione ne hanno moltissimi. Dal fiscal cliff in
America (automatici aumenti delle tasse e riduzione della spesa pubblica) al
risveglio del rischio sovrano in Grecia e Spagna (e forse Italia), dalla
recessione in Europa al possibile rallentamento economico nei paesi emergenti,
etc. Questa passata settimana la preoccupazione prevalente è stato il fiscal
cliff che ha determinato una flessione di circa il 2% dei mercati azionari
(meno 6% dai massimi di un mese fa) e che ha preso piede subito dopo l’annuncio
della vittoria di Obama. Eppure io non riesco a diventare pessimista. Si pensi
al fatto che i profitti stanno rappresentando una quota sempre più grande del
Pil ( a danno del monte salari); al fatto che il rapporto prezzi/utili è pari a
12 in America e a 10 in Europa (rispetto ad una media storica di circa 18); al
fatto che il divario fra il rapporto utili/prezzi delle azioni, da un lato, e
il basso rendimento delle obbligazioni dei paesi sicuri, dall’altro, ha
raggiunto livelli mai toccati in precedenza; al fatto che il mercato
azionario si è posizionato in generale in vista del peggio con un risk equity
premium negativo che contraddice ogni teoria economica. E si potrebbe
continuare. Per questo io penso che la recente flessione dei prezzi non fa
altro che correggere gli eccessi della salita da 1250 dell’ SP (4/6/2012) a
1470 di un mese fa e costituisce un'altra occasione di acquisto. Potrei
sbagliare, ma la mia previsione è che siamo di fronte ad uno straordinario bull
market che si manifesterà nei prossimi due/tre anni.
L’euro si è indebolito perdendo
circa quattro figure dai massimi di inizio settembre, ma io non sono ancora
contento. Quello che voglio vedere è borse che salgono e euro che scende,
contraddicendo la teoria del risk on, risk off degli ultimi anni. I metalli sono
in fase correttiva, ma l’alternativa è fra essere molto ottimisti oppure
ottimisti e basta. Per ora io sono solo ottimista ma ben presto ci saranno
ragioni per diventare ancora più ottimisti. Quando? Presto.
Occorre sempre dare un’occhiata
al valore del TBond trentennale americano che continua ad oscillare fra 152 e
145. Anche qui siamo alla vigilia di un grandissimo movimento questa volta al
ribasso e occorre posizionarsi in questo senso.
Cari saluti
Francesco Arcucci
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