martedì 27 marzo 2012


L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari – 26 marzo 2012

Carissimi,
nell’e-mail di lunedì scorso ho cercato di spiegare che una delle ragioni del mio ottimismo e quindi della mia previsione di un forte rialzo dei prezzi in borsa risiede nell’equity risk premium che è scomparso negli ultimi 12 anni, ma che deve esserci per definizione ed è quindi destinato a riapparire alla grande. Un’altra ragione del mio ottimismo sta nel fatto che l’investimento obbligazionario offre un rendimento più basso del dividend yield. Una terza e più importante ragione che vorrei sottolineare questa settimana (vedi grafico) si riferisce al collegamento fra i cicli lunghi dei tassi di interesse delle obbligazioni a scadenza 10 anni del Tesoro americano e i prezzi delle azioni. Si possono individuare negli USA tre cicli lunghi a partire dal 1920. Un primo ciclo al ribasso dei tassi della durata di 29 anni (1920-1949). Un secondo ciclo al rialzo dei tassi della durata di 33 anni (1949-1982) e un terzo ciclo al ribasso dei tassi della durata di 30 anni (1982 ad oggi). Secondo l’analisi di uno studioso, Chris Watling, nella prima fase di ogni ciclo la borsa americana è salita nettamente (1920-1929; 1949-1966; 1982-2000), mentre nella seconda parte del ciclo il mercato azionario subisce forti ribassi. Il motivo è che, dopo un periodo di inflazione (1900-1920 e 1965-1982), quando il rialzo dei tassi riesce a piegare il fenomeno inflazionistico e comincia una fase di minore inflazione, la borsa -che era preoccupata per l’inflazione che sembrava imbattibile- recupera e, anzi, sale fortemente apprezzando il nuovo contesto di bassa inflazione. Lo stesso può dirsi dopo le fasi deflazionistiche come quella attuale, quando i tassi ricominciano a salire perché il contesto deflazionistico finalmente si attenua. Passando a considerare cose più a breve termine non meraviglia quindi che l’SP abbia registrato da ottobre scorso a una settimana fa, uno dei migliori rialzi giungendo a 1410 da 1070. Lunedì scorso avevo previsto che era giunto il momento di un certo consolidamento che è in essere, specie in Europa. Sconsiglio ogni tipo di short visto che siamo in un bull market. L’ideale sarebbe acquistare la borsa americana verso 1370 dell’SP. Anche la borsa giapponese e, come ho detto, quelle europee, sono entrate in fase di correzione, ma penso che durerà poco: il mio prossimo target verso l’alto per l’SP è 1450 (angolo dominante) che potrebbe essere raggiunto verso aprile/inizio maggio 2012. Il rapporto euro/dollaro non è ancora pronto per il tuffo verso il basso e dovrebbe continuare ad oscillare fra 1,3150 e 1,34. Il rapporto dollaro/yen si è indebolito a favore dello yen da 0,84 a 0,82. Il dollaro è da acquistare perché lo yen ha cambiato pelle e lo vedrei presto a 0,90. Ho detto settimana scorsa che i metalli preziosi hanno un pavimento verso 1600 (per l’oro) e 31 (per l’argento) per poi fra qualche settimana ripartire alla grande. Questa mia previsione contrasta con il sentiment generale che è molto negativo sui preziosi. Il long bond è sceso di prezzo toccando il mio target di 1,35. Questa settimana prevedo un nuovo rialzo, anche se siamo vicini al momento in cui i tassi a lunga, come dicevo all’inizio, riprenderanno a salire.
Cari saluti.
Francesco Arcucci

martedì 20 marzo 2012



L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 19 marzo 2012



Carissimi,

c’è una sola cosa che porta alla deflazione e cioè un precedente aumento massiccio del credito seguito da una brusca contrazione dello stesso. La Banca Centrale può fare di tutto per aumentare la base monetaria, ma non è in grado di cancellare le perdite pregresse sui prestiti delle banche, né può dotare le banche stesse di maggiori mezzi propri che sarebbero indispensabili per concedere nuovi crediti. Tuttavia lentamente e indirettamente la Banca Centrale può fare parecchio per contrastare la deflazione e cioè:

1.  migliorare i bilanci bancari rifinanziando le banche a tassi vicino allo zero, sapendo che investono questi mezzi liquidi con una forbice positiva di almeno il 3%;
2.  tenere bassi i tassi di interesse per contribuire a migliorare il valore del portafoglio titoli pubblici e privati del sistema bancario;
3.  puntare sul rialzo dei prezzi delle azioni che migliora la situazione finanziaria delle famiglie e delle imprese rendendo possibile la raccolta di nuovi mezzi propri delle banche.

La situazione dei mercati azionari, quindi, non potrebbe essere più favorevole. Veniamo da oltre 10 anni nei quali l’equity risk premium (e cioè il maggior rendimento delle azioni) è stato negativo mediamente nei principali paesi del 6%-8% all’anno. In base alla teoria della finanza gli investitori in azioni devono essere compensati con un rendimento maggiore per la maggiore rischiosità di questa asset class rispetto alle obbligazioni. Non è che la teoria sia sbagliata: è che abbiamo assistito negli ultimi 10 anni ad una situazione eccezionale. Davanti a noi vi è quindi un periodo in cui le azioni daranno rendimenti molto molto brillanti. Infatti il dividend yield (il dividendo diviso il prezzo) e le prospettive di dividend growth, se rapportati ai tassi sui titoli di stato, sono molto favorevoli.
Tutto questo spiega perché, nonostante i grandi problemi economici, i mercati azionari da ottobre 2011 continuano a proiettarsi verso l’alto. Il DJ ha superato la barriera di 13 mila punti e l’SP da 1070 del 4 ottobre 2011 è salito oltre 1400 in linea con le nostre previsioni.
Per quanto riguarda questa settimana, poiché il nostro target temporaneo è stato raggiunto, ritengo che ci saranno delle correzioni, ma sconsiglierei ogni tipo di short poiché prevedo per la fine del 2012 oltre 1600 punti dell’SP. Le correzioni sono un fatto positivo perché evitano la formazione di bolle speculative che potrebbero scoppiare. Mi concentrerei geograficamente solo su Stati Uniti, Giappone e Europa dimenticando Cina, India, Russia e Brasile. Dal punto di vista dei settori tenderei ad acquistare titoli delle energie alternative e dell’uranio. La Apple ha ancora un grande potenziale di rialzo, la Microsoft potrebbe ricominciare ad essere interessante.
In base al nostro modello l’euro è destinato a scendere verso la parità con il dollaro nel 2012 e a 0,70 nei prossimi due-tre anni. Ma il nostro modello dice anche che il movimento di rialzo del dollaro è lento per ora e comincerà a manifestarsi in modo effervescente a partire da giugno/luglio 2012. Ecco perché il rialzo dell’euro da 1,30 a 1,32 non mi ha meravigliato.
Questa settimana non vedo particolari flessioni dell’euro. Anche il rialzo del dollaro contro yen (in poche settimane da 0,76 a 0,83) si dovrebbe fermare. Consiglio sempre una posizione di medio termine al rialzo del dollaro. Il dollar index è da comprare verso 79,00.
I metalli preziosi hanno attraversato una settimana difficile con l’oro che sembra avere rotto stabilmente quota 1700 e l’argento sceso verso 32 dollari l’oncia. L’area 31-32 dollari è un supporto molto robusto. Acquistare in debolezza argento per un importante rialzo che è molto vicino a verificarsi. Non shortare il TBond americano che potrebbe riprendersi.

Cari saluti.

Francesco Arcucci













martedì 13 marzo 2012



L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 12 marzo 2012


Carissimi,

il fatto di essere ottimista sulle borse non mi ha impedito, la settimana scorsa, di prevedere una correzione al ribasso dell’SP a causa di una configurazione tecnica del prezzo a forma di cuneo (wedge). Questa correzione c’è stata e l’SP è sceso fino a 1340 per poi rimbalzare toccando di nuovo 1370 a seguito anche del favorevole dato di venerdì 9 marzo sul fronte dell’occupazione. L’economia americana sta dando segni positivi sul fronte dei consumi e dei profitti che continuano a crescere più del PIL nominale cioè reale più inflazione (per il 2012 più 7% dei profitti contro più 5% del PIL nominale). Anche il settore immobiliare e le società delle real estate stanno dando interessanti segni di ripresa in borsa, per quanto il prezzo delle abitazioni rimanga vicino a valori bassi toccati nei mesi scorsi. Per questa settimana prevedo un rialzo degli indici anche se non travolgente. Segnalo l’ottima performance del Nikkei che avevo già previsto qualche mese fa. L’indice sta superando i 10 mila punti ed è solo all’inizio di una grande cavalcata. È una situazione molto particolare poiché l’indice in parola era sceso da 40 mila punti dell’inizio 1990 a 7500.
Dopo le tante false partenze la generalità degli investitori non crede più alla borsa di Tokyo.
Io al contrario sono invece convinto che questa partenza sia quella buona.
La situazione favorevole dell’economia americana è testimoniata anche dalla ripresa della massa monetaria M2 (biglietti e depositi a vista e a risparmio del pubblico) che sta crescendo al ritmo annualizzato del 10%. Questo vuol dire che la grande espansione della base monetaria, cioè in definitiva del bilancio della FED (oggi 18% del PIL rispetto al tradizionale 6%) si sta trasformando in America in aumento del credito bancario. In Europa invece la crescita di base monetaria (oggi al 16% del PIL dell’Eurozona rispetto al tradizionale 7%) ha semplicemente compensato in parte la distruzione di moneta da parte del sistema bancario con la contrazione dei suoi prestiti.
Se M2 in Europa presenta un tasso di crescita negativo per circa il 2% anno su anno, è perché le banche europee non possono concedere nuovo credito prima di avere rinforzato la loro patrimonializzazione, cioè il rapporto fra mezzi propri e totale dell’attivo ponderato secondo le classi di rischio delle varie voci del medesimo. Se sto facendo questo discorso è per dire che si sta avvicinando il momento in cui i tassi di interesse saliranno in America, mentre quelli europei dovrebbero scendere ancora con effetti negativi sul valore dell’euro.
Interessante il fatto che venerdì 9 marzo abbiamo assistito ad un rialzo della borsa americana e ad un indebolimento dell’euro che contravviene il principio : “it is all one market”.Ciò conferma la nostra idea che questo principio che ha dominato i mercati dal 2003 da quest’anno verrà disatteso. Anche questa settimana mi aspetto che euro e yen si flettano contro dollaro.
Il trend dei metalli preziosi è positivo e bisogna accumulare sulle debolezze dando preferenza all’argento. Anche le azioni aurifere finalmente cominceranno ad apprezzarsi.
Non vi sono speranze che il petrolio possa fare come nel 2008 e cioè una grande caduta dopo avere toccato i massimi di 147 dollari al barile. Finora il gas ha continuato a flettersi toccando 2,25. Mi aspetto 5 dollari per settembre prossimo.
Un’ultima notazione sui Treasury Bonds che potrebbero registrare una certa temporanea debolezza.

Cari saluti.

Francesco Arcucci

martedì 6 marzo 2012

L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 5 marzo 2012

Carissimi,
dopo avere toccato 1,35 l’euro si è indebolito nettamente la settimana scorsa scendendo sotto 1,32. Forse non siamo ancora pronti al grande balzo del dollaro, ma ci stiamo avvicinando a quel momento. Del resto la voce più negativa della bilancia dei pagamenti alle partite correnti americana era fino poco fa il petrolio, ma quietamente e senza che i media se ne accorgessero, in questo campo è avvenuto un grosso cambiamento. Gli Stati Uniti sono molto vicini a raggiungere l’autonomia energetica e il Paese potrebbe diventare fra qualche anno il top producer del mondo, così come lo era stato nei decenni 1950 e 1960. L’Europa, viceversa, è destinata ad avere un euro più debole per ragioni economiche e anche politiche: c’è da domandarsi quale crollo la moneta europea subirà se vincerà le presidenziali il candidato socialista Hollande con il suo rifiuto del fiscal compact e le sue idee sull’Europa. Questa settimana, tuttavia, è possibile una nuova piccola debolezza del dollaro e non sarei sorpreso di vedere l’euro nuovamente verso 1,33. Interessante il comportamento dello yen che ha subito un crollo di oltre il 5%. Dopo una piccola pausa prevedo un ulteriore indebolimento dello yen anche perché la quota giapponese del commercio internazionale e l’avanzo della bilancia dei pagamenti del Sol Levante sono in netto declino.
Interessante il comportamento dei metalli preziosi e in particolare del silver che è arrivato ad un passo dal nostro target di 38 dollari l’oncia per fine febbraio 2012 e poi è crollato fino a 34 dollari in poche ore (con l’oro che si fletteva da 1785 a 1695). È un’altra occasione di acquisto poiché prevedo ben presto un nuovo netto rialzo dei metalli preziosi. È meglio concentrarsi sempre sull’argento.
Anche le borse azionarie hanno registrato una certa volatilità nella settimana trascorsa. I giornali sono pieni di inni circa la sorpresa positiva delle borse quest’anno. Quando nel settembre scorso io ero positivo, gli stessi giornali erano assolutamente negativi, dimostrando ancora una volta che i giornalisti economici sono bravi a prevedere le cose quando sono già avvenute. Indubbiamente la borsa di New York, nella sua salita dal 4 ottobre 2011, presenta una forma tecnica di un cuneo (wedge) che dovrebbe risolversi con una temporanea flessione.
Io non raccomando assolutamente di shortare, ma di approfittare di una eventuale debolezza per acquistare indici di borsa se non lo si è già fatto.
Il mio ottimismo sulle borse nasce anche dalle seguenti considerazioni. Le azioni sulle principali piazze occidentali si trovano, chi più chi meno, a livello di 13/14 anni fa e hanno reso meno delle obbligazioni che pure sono meno volatili delle azioni.
Ciò contravviene alla legge fondamentale della finanza secondo cui “tutte le attività finanziarie rendono allo stesso modo se ponderate per il rischio e cioè per la volatilità”.
A questo punto occorre che le azioni facciano un grande balzo verso l’alto per ripristinare la validità di questa legge che presuppone giustamente una correlazione positiva fra rendimento e rischio (chi sopporta più rischio, cioè volatilità, mediamente nel tempo, dovrà ottenere un maggior rendimento e quindi l’investimento monetario renderà meno di quello obbligazionario e quello in obbligazioni meno di quello in azioni). Se non è stato così nel recente passato, l’investimento azionario dovrà recuperare il tempo perduto: è una grande occasione di acquisto di azioni.
Per quanto riguarda il quadro più a breve il downside sull’SP è molto limitato (1340) e l’upside è 1420. Il mercato americano, quello delle piazze europee e quello giapponese stanno andando nella stessa direzione, mentre i mercati dei paesi emergenti sono un po’ più fiacchi. Pochi hanno notato che le azioni delle società immobiliari, che avevano perso in certi casi il 99%, si stanno riprendendo: bisogna comprarle senza paura così come le azioni tecnologiche.
Molti sono convinti che una posizione rialzista sul mercato azionario corrisponde ad una ribassista sui Treasury Bonds. Io credo che non sia una buona cosa shortare i Treasury Bonds che potrebbero continuare a restare fortissimi (tassi di interesse bassissimi) ancora per tutto il 2012.
Cari saluti.
Francesco Arcucci