lunedì 26 novembre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 26 Novembre 2012


Carissimi,

vorrei ricordare alcuni punti di svolta sulla borsa di New York. Nel settembre 2011, mentre le borse crollavano, New York compresa, io feci la previsione che alla fine di quel mese avremmo avuto un minimo e poi un notevole rialzo. L’SP scese fino a 1070 il 4/10/11 e poi rimbalzò portandosi alla fine di marzo 2012 a 1407. A quel punto ritenni che sarebbe avvenuta una correzione che infatti si materializzò in aprile e maggio 2012 fino a 1260 dell’SP toccato all’inizio di giugno 2012. Dopo un po’ di movimento laterale in giugno e all’inizio di luglio non ebbi dubbi che le parole di Draghi alla fine di luglio 2012 si sarebbero saldate con quanto io avevo previsto e cioè una nuova fase di rialzo che infatti ci portò a 1470 di SP il 5/10/12. Poi di nuovo una correzione alimentata dal timore del fiscal cliff, ma per me il mercato azionario di New York è al rialzo e nell’ultima settimana lo ha dimostrato risalendo di oltre il 3%. Queste mie previsioni degli ultimi due anni sono state un po’ offuscate in Italia e in Europa dal fatto che, mentre con riferimento a New York erano sorprendentemente esatte, viste dall’Europa non erano altrettanto precise. Infatti, se guardiamo in un grafico la performance relativa delle borse europee rispetto a New York dal 2012, la debolezza delle prime ha reso meno chiari i punti di svolta verso l’alto che a New York erano chiarissimi. Ma da qualche settimana finalmente le piazze europee si sono messe in sintonia con New York e anzi la sopravanzano, per cui le mie previsioni si possono applicare anche ai titoli europei e italiani in  particolare. Il fronte degli ottimisti si sta allargando, ma ora è troppo facile: non sono più previsioni, ma affermazioni al traino. Adesso l’ottimismo è ormai “ufficiale”. Dice Bernanke: “l’anno prossimo potrebbe essere un anno molto buono per l’economia americana.” Ben Bernanke ha speso gli ultimi 4 anni ad ammonire circa il pericolo che il deludente andamento dell’economia potesse tradursi in qualcosa di peggio: le sue ultime affermazioni danno ragione a chi, come me, da oltre un anno è ottimista sulla borsa USA. Siamo in presenza di un punto di svolta: escludendo l’Eurozona i dati economici stanno migliorando, la disoccupazione è al ribasso, le banche capitalizzate, i prezzi degli immobili più stabili, le condizioni creditizie meno tese. E in Europa? Anche qui la crisi dell’euro si può dire in gran parte superata dal patto Merkel-Draghi e le borse lo sentono. Anche perché sono posizionate per il peggio e i prezzi sono bassissimi non solo in termini di P/E, ma di dividendi/prezzi che è pari ad un incredibile 5% contro un rendimento dei titoli di stato a 10 anni dei paesi europei sicuri di circa il 2%.

Che cosa manca ancora? Il sentiment, ma quello verrà. Quando tutti quelli che erano supernegativi cambieranno idea e diventeranno positivi e superpositivi nel 2013-2014-2015 si potrebbe manifestare il più potente bull market degli ultimi 100 anni. E a quel punto il vero rischio sarà la bolla speculativa. Non mi pento di avere detto in agosto 2012 che, secondo me, bisognava fare il contrario che nel luglio 2007. Allora occorreva mettersi “sotto la tenda”, non avere debiti, ridurre al massimo le partecipazioni e gli asset non liquidi. Oggi, secondo me, occorre fare il contrario.
Passando al mercato valutario ricordiamo che l’euro fece un minimo alla fine di luglio 2012 a 1,2060 contro dollaro e da allora è in una fase di congestione che io valuto fra 1,25-1,33. Per me questa congestione sarà rotta verso il basso. Quando? Il mio modellino dice: tra febbraio 2012 e marzo 2013.
Gli altri mercati sono meno interessanti compreso quello dei metalli preziosi (meglio l’argento) e del petrolio. Attenzione al TBond trentennale americano che potrebbe essere davvero vicino, quello sì, ad un grande cliff.


Cari saluti

Francesco Arcucci

 


DISCLAIMER


Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.
 

lunedì 19 novembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 19 Novembre 2012


Carissimi,

nel 2006/2007 io ho scritto numerose volte che eravamo in presenza di un’inflazione creditizia che stava giungendo al culmine (ve ne erano tutti i segni premonitori) e che sarebbe stata seguita da una deflazione creditizia terribile. L’economista Roubini la pensava allo stesso modo e gli venne concesso il palco della riunione annuale del FMI per dirlo: diventò famoso.
Da allora Roubini ha sbagliato numerose volte (e chi non lo fa?). In particolare non ha colto la svolta al rialzo di Wall Street del marzo 2009 – da me centrata perfettamente- e nel complesso è sempre rimasto pessimista. Ma soprattutto, avendo già fatto numerosi errori, è diventato non tanto più cauto, quanto più banale. Invece di prevedere, tende a spiegare ciò che è già avvenuto. Ora dice che il rally iniziato nel luglio 2012 sta finendo perché non sostenuto da buoni dati macroeconomici dei paesi sviluppati ed emergenti, ma soltanto dalla creazione di nuova liquidità delle banche centrali che ha spinto gli investitori assetati di reddito a cercarlo nelle azioni, nelle commodities, negli strumenti finanziari rischiosi tipo CDS e nelle monete dei paesi emergenti. Ora il rally sta fallendo, secondo lui, di fronte all’aggravarsi della crisi economica, dei problemi del rischio sovrano in Europa e delle incertezze politiche e geopolitiche specie in Medio Oriente. Sono tutte considerazioni giuste, ma già scontate dai mercati. Il mercato azionario è un discounting process. Il problema non è guardare nello specchietto retrovisore, come fa Roubini oggi (ma non nel 2007), ma in avanti.

1.       Le azioni sono care o a buon mercato? A me sembrano a buon mercato tenendo conto del rapporto P/E storico.

2.       La differenza fra il rapporto utili/prezzi e i rendimenti dei titoli decennali negli Stati sicuri è o non è di circa sei punti, rendendo l’investimento azionario molto conveniente?

3.       La posizione finanziaria netta delle imprese è o non è la migliore da decenni  a questa parte per effetto delle riduzioni di personale e degli scarsi investimenti?

4.       I tassi di interesse a medio termine ben presto cominceranno a salire come è successo nel periodo 1949/1951 (da livelli superbassi) a causa di un certo miglioramento dell’economia. È vero o non è vero che in questo caso le borse reagiscono con dei rialzi dei prezzi?

Se tutto ciò è vero, come si spiega l’attuale correzione delle borse di circa il 7% da metà ottobre? In gran parte si spiega col fatto che negli Stati Uniti i grandi investitori hanno deciso di vendere i titoli per usufruire del basso peso fiscale sulle plusvalenze destinato a terminare  alla fine di quest’anno. Così incassano i profitti anche sui titoli migliori tipo Apple, Google, Amazon, Priceline, etc. Ma poi li ricompreranno. Io penso che a più tardi fra due settimane, o comunque entro Natale,  si metterà in moto il grande bull market di cui parlo da tempo.
Anche la correzione sull’oro sta terminando.
Confermo che si sta per presentare una grande occasione di vendita del TBond americano a trent’anni.
Per quanto riguarda le altre materie prime non mi sembrano interessanti e nemmeno il petrolio che è stato aiutato nella sua quotazione dalle vicende mediorientali.
Passando a parlare del mercato valutario, ritengo che lo yen continuerà ad indebolirsi perché è la moneta ideale in cui indebitarsi investendo in monete che rendono maggiormente. Anche l’euro continuerà ad indebolirsi, ma i mesi ideali per il crollo sono febbraio-marzo 2013.

Cari saluti

Francesco Arcucci
 
 
 
 
DISCLAIMER
Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

lunedì 12 novembre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 12 Novembre 2012


Carissimi,

se è vero che, quando i mercati azionari sono al rialzo, scalano il muro della preoccupazione (the wall of worry) di motivi di preoccupazione ne hanno moltissimi. Dal fiscal cliff in America (automatici aumenti delle tasse e riduzione della spesa pubblica) al risveglio del rischio sovrano in Grecia e Spagna (e forse Italia), dalla recessione in Europa al possibile rallentamento economico nei paesi emergenti, etc. Questa passata settimana la preoccupazione prevalente è stato il fiscal cliff che ha determinato una flessione di circa il 2% dei mercati azionari (meno 6% dai massimi di un mese fa) e che ha preso piede subito dopo l’annuncio della vittoria di Obama. Eppure io non riesco a diventare pessimista. Si pensi al fatto che i profitti stanno rappresentando una quota sempre più grande del Pil ( a danno del monte salari); al fatto che il rapporto prezzi/utili è pari a 12 in America e a 10 in Europa (rispetto ad una media storica di circa 18); al fatto che il divario fra il rapporto utili/prezzi delle azioni, da un lato, e il basso rendimento delle obbligazioni dei paesi sicuri, dall’altro, ha raggiunto livelli mai toccati in precedenza;  al fatto che il mercato azionario si è posizionato in generale in vista del peggio con un risk equity premium negativo che contraddice ogni teoria economica. E si potrebbe continuare. Per questo io penso che la recente flessione dei prezzi non fa altro che correggere gli eccessi della salita da 1250 dell’ SP (4/6/2012) a 1470 di un mese fa e costituisce un'altra occasione di acquisto. Potrei sbagliare, ma la mia previsione è che siamo di fronte ad uno straordinario bull market che si manifesterà nei prossimi due/tre anni.

L’euro si è indebolito perdendo circa quattro figure dai massimi di inizio settembre, ma io non sono ancora contento. Quello che voglio vedere è borse che salgono e euro che scende, contraddicendo la teoria del risk on, risk off degli ultimi anni. I metalli sono in fase correttiva, ma l’alternativa è fra essere molto ottimisti oppure ottimisti e basta. Per ora io sono solo ottimista ma ben presto ci saranno ragioni per diventare ancora più ottimisti. Quando? Presto.

Occorre sempre dare un’occhiata al valore del TBond trentennale americano che continua ad oscillare fra 152 e 145. Anche qui siamo alla vigilia di un grandissimo movimento questa volta al ribasso e occorre posizionarsi in questo senso.

Cari saluti

Francesco Arcucci
 
 
 
DISCLAIMER
Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

martedì 6 novembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 5 Novembre 2012


Carissimi,

 

quello che sorprende è che non solo gli italiani e i latini in genere, ma anche gli anglosassoni non credono nel mercato aperto. I primi sono convinti che il mercato sia manipolato dai pochi a danno dei molti. Ma anche i secondi sono convinti che variabili esterne, come la politica, siano decisive a orientare i prezzi verso l'alto o verso il basso . Solo così si spiega il fatto che vi sia tanta trepidazione in merito a chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti: Obama o Romney, un democratico o un repubblicano e Wall Street fa il tifo per quest'ultimo perché pro Business. A nulla serve ricordare che nel complesso l'andamento del mercato azionario non si é discostato di molto a seconda del partito dell'inquilino della Casa Bianca. Anzi a volere ben vedere, storicamente Wall Steet ha registrato risultati un po' migliori con un Presidente democratico, almeno riferendosi ad un arco temporale lungo (l'unico che conti per escludere fatti casuali). La verità che nessuno vuole ammettere é che il partito di chi siede alla Casa Bianca é ben poco importante, cioè ben poco correlato con l'andamento dei prezzi di borsa. Farlo vorrebbe dire svelare un mito, un luogo comune, un pregiudizio molto forte, interrompere un gioco di società e nessuno ha la forza psicologica per farlo, anche se il mito é contraddetto da fatti inoppugnabili.

Per questo motivo io avanzo la previsione che Obama o Romney, il mercato azionario é rivolto verso l'alto per i motivi più volte menzionati in questa sede. Anzi a me sembra che la cosa più importante  che sta avvenendo é che nella settimana scorsa la borsa di New York si é rafforzata insieme con il dollaro. Finora é sempre stato il contrario nella logica del risk on, risk off. Una rondine non fa primavera, ma é incoraggiante perché prevede l'SP al rialzo( e le altre borse al traino) e il dollaro sempre più forte per alcuni anni. Questa settimana penso che registreremo ancora un notevole rialzo dell’SP e del dollaro, contro in particolare Euro, Sterlina e Ien.

Interessante il comportamento dei metalli preziosi che hanno dato una prova di fragilità al rialzo del dollaro. Come ho già detto i metalli preziosi non sono ancora pronti a rifare l'exploit del 2011, tuttavia la settimana prossima potranno registrare importanti spunti rialzistici.

Debole tutto il resto compreso il petrolio:il tutto in linea con le previsioni.

 

Cari saluti.

 

Francesco Arcucci






DISCLAIMER






Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.