lunedì 29 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 29 ottobre


Carissimi,

 un tempo (diciamo fino a vent’anni fa) la gestione patrimoniale consisteva nell’affidarsi ad uno o più money manager che decidevano in merito a quali azioni acquistare o vendere. Al riguardo facevano scuola le esperienze di alcuni grandi gestori –tipo Soros, Leo Cooperman, Steinhard- capaci di assicurare alla clientela rendimenti del 20-30% all’anno. Ma gli altri? I risultati della loro gestione “attiva” erano modesti e sproporzionati alle alte commissioni praticate. Da una parte, si poteva dire che vendevano sogni, dall’altra, facevano correre ai clienti il doppio rischio: di mercato e del singolo titolo. Grandi rischi, modesti risultati, alte commissioni (si pensi alle banche svizzere). La cosiddetta gestione “attiva” era contraddetta inoltre dalla prova della scimmia. Ossia un portafoglio di azioni scelte a caso da una scimmia, tirando dei piccoli dardi su un giornale dove era riportato il listino di borsa, aveva l’80% di probabilità di essere migliore come rendimento di quello di un gestore attivo. In altre parole, una scelta del tutto casuale batteva 80 gestori su 100. È per questo che gli investitori si sono disamorati della gestione azionaria “attiva” e da alcuni anni preferiscono acquistare un portafoglio che riproduce il mercato (to own market) visto che: 1) in questo modo affrontano un solo rischio invece di due, 2) possono avere accesso al mercato a bassissime commissioni.

Ecco perché la massa degli investitori ha trovato il suo strumento ideale non nei costosi fondi azionari, ma negli ETF, che riproducono semplicemente l’indice di borsa (gestione passiva) e che sono quotati in borsa e negoziabili come azioni.

Questo è il motivo per il quale io, salvo rarissimi casi, mi sono astenuto in queste note dal consigliare singoli titoli e ho concentrato le mie previsioni sull’andamento degli indici di borsa. È già difficile cogliere i punti di svolta dei mercati azionari. È quasi impossibile prevedere oltre a quello dei mercati anche l’andamento di un singolo titolo e cioè il Beta.

Le borse a loro volta vanno classificate. New York è la variabile indipendente (o quasi), gli altri mercati dipendono in primo luogo dal modo in cui si comporta New York e poi da situazioni caratteristiche di ogni singola piazza.

La maggior parte dei report che io ho letto sostiene che siamo sull’orlo del baratro ed in particolare catastrofico è quello che scrive Prechter. Le sue argomentazioni sono convincenti e affascinanti. Tuttavia io credo che si sbagli. Credo che siamo alla vigilia di un rialzo straordinario dei prezzi delle azioni americane, europee e dei paesi emergenti, massacrate da un quindicennio negativo. I prezzi sono bassi e in alcuni paesi come l’Italia sono più prezzi da “opzioni” che da azioni.

Quest’anno, un anno pessimo per l’economia, le borse sono andate nel complesso bene, salvo quella di Shangai e quella di Madrid. Francoforte ha registrato un rialzo del 25% e New York del 15%. Da circa 10 giorni registriamo una piccola correzione che ha determinato una flessione la settimana scorsa di circa l’1,5% in America, in Europa e in Asia. Questa correzione dovrebbe finire ben presto e sarà seguita da una nuova fase di rialzo che continuerà nel prossimo anno.

Sul piano valutario è difficile fare coincidere la mia previsione di un ribasso dell’euro con un rialzo delle borse. Da qualche anno è sempre stato il contrario: borse su, euro su – borse giù, euro giù. Il dollar index sta seguendo il modellino che io ho studiato e che milita per un rialzo grandissimo del dollaro in paricolare contro euro. Vi è solo un leggero allungamento dei tempi.

I metalli preziosi sono da acquistare in debolezza. L’oro è sempre il grande competitor della fiat money e le banche centrali non sono per nulla interessate a ripristinare un diverso modo di creare moneta. Quindi è solo questione di tempo e l’oro tornerà sugli scudi.

La settimana prossima la mia analisi “uscirà” martedì 6 o mercoledì 7 novembre.

Cari saluti

Francesco Arcucci



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Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

lunedì 22 ottobre 2012

L' Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 22 ottobre 2012


Carissimi,

i più grandi bull market degli ultimi cento anni sono iniziati nel 1920/21, nel 1949, nel 1982 e secondo me ne dovrebbe iniziare un altro in questo periodo. Come mai sono iniziati in quelle date? Perché i prezzi delle azioni erano molto bassi. E come mai erano bassi? Perché il mercato azionario si era posizionato in modo sbagliato dalla parte di un ribasso che sarebbe proseguito per chissà ancora quanto tempo.

Nel 1920/21, alla fine della Grande Guerra, un’ondata di inflazione si accompagnò ai disastri della conversione delle aziende da economia di guerra, garantita dalle commesse di Stato ad economia di pace con la concorrenza e il mercato. I prezzi delle azioni erano molto bassi perché si pensava che l’economia non sarebbe sopravvissuta a questa prova. Quando la situazione migliorò, iniziarono i ruggenti anni Venti.

Nel 1949 all’inizio della Guerra Fredda era diffuso il sentimento che una nuova depressione alla 1930 era inevitabile e i prezzi delle azioni erano molto depressi. La depressione non si materializzò e, al contrario, iniziò una fase molto favorevole: ne seguì un rialzo straordinario in borsa che durò per quasi vent’anni.

Nel 1982 l’inflazione stava ormai costringendo le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse quasi senza sosta. Le maggiori borse nel decennio 1970/80, se si tiene conto dell’inflazione, subirono un ribasso medio valutabile nell’80%. Iniziato il periodo della disinflazione, l’errato posizionamento del marcato costituì il trampolino di lancio (springboard) da cui partì un rialzo che si concluse solo nel 2007.

Ora le borse sono si sono posizionate nei mesi scorsi per la fine del mondo: il rischio sovrano, la frantumazione dell’euro, la recessione economica al di qua e al di là dell’Atlantico e anche nei paesi emergenti, la deflazione anche palesata dal continuo ribasso dei tassi di interesse. Ci sono tutte le condizioni favorevoli vissute per altri motivi nel 1920, 1949 e nel 1982 e in particolare il posizionamento delle borse in senso opposto a ciò che sta per avvenire. Questo, al di là di tante altre considerazioni, esposte da analisti in generale assai negativi è la ragione del mio ottimismo. Poi, quando il grande bull market si sarà messo in moto e sarà evidente a tutti, si cercheranno altre cause, che a posteriori si trovano sempre, per spiegare ciò che è già avvenuto. L’importante però è dirlo prima cioè saper prevedere gli eventi. Troppi economisti lo hanno dimenticato.

Questa mia visione ottimistica non esclude che sul breve ci possano essere ancora sedute deboli come quelle di giovedì e venerdì scorsi che potrebbero continuare anche questa settimana.

Avevo previsto un ribasso dei metalli preziosi che, avevo detto, “hanno corso troppo, specie l’argento”: è stato così.

Per il rapporto euro/dollaro ci vuole una pazienza da certosino e io so che gli operatori in cambi non hanno pazienza. Molti hanno già cambiato idea e vedono l’euro a 1,40-1,50 e oltre. Penso proprio che sbaglino e che diventeranno di nuovo negativi sull’euro quando fra 3-5 mesi il cambio euro/dollaro sarà sotto la parità. O almeno è questa la mia previsione.

Cari saluti.

Francesco Arcucci



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lunedì 15 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 15 Ottobre 2012


Carissimi,

 

la teoria sostiene che i prezzi delle azioni e quelli delle obbligazioni governative si muovono in senso opposto. In fase negativa del ciclo economico le azioni perdono valore e le obbligazioni lo acquistano. Ma con riferimento a Stati Uniti, Germania  e Gran Bretagna, questo non è stato vero negli ultimi anni di crisi economica. Ad esempio negli ultimi tre mesi si è assistito a un rialzo dei prezzi delle azioni di questi tre Paesi, nonostante il ribasso delle previsioni degli utili aziendali, accompagnato da un rialzo dei prezzi delle obbligazioni. Il motivo è che, da un lato, si sono allontanati i rischi di frattura dell’Eurozona (per cui anche i Paesi periferici hanno registrato un netto rialzo delle borse), dall’altro, il mercato obbligazionario è stato sostenuto dalle prospettive di acquisto di titoli pubblici da parte di FED e BCE. Questo era lo scenario che ci ha reso ottimisti sul mercato azionario durante la correzione di maggio, giugno e luglio 2012, e che ci fa essere molto ottimisti anche per i prossimi mesi. Questa settimana, tuttavia, potrebbe esserci una correzione al ribasso dei prezzi (siamo o no nel mese di ottobre?), per cui sarei molto cauto.

Anche per i metalli preziosi vedrei una sensibile correzione al ribasso. Nelle ultime settimane hanno corso molto, specie l’argento da 27 a 34 dollari l’oncia, per cui una pausa sarebbe più che logica.

L’euro ha dimostrato di non voler perdere subito il percorso rialzista fatto in agosto/settembre da 1,21 a 1,3150 contro dollaro. Ma questa settimana dovrebbe essere assai negativa: dagli attuali 1,29 non mi meraviglierei se si scendesse a 1,26. Come dicevo la settimana scorsa, a mio avviso, il ribasso dell’euro è certo. Sono i tempi che si sono un po’ dilatati. Prima pensavo ad un crollo fra settembre e fine anno, ora penso ad un crollo in inverno. Secondo i miei calcoli non si dovrebbe andare oltre marzo 2013 per vedere nei fatti tale crollo.

 

Cari saluti

 

Francesco Arcucci
 
 
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venerdì 12 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 8 Ottobre 2012


Carissimi,

questa mail è più breve del solito poiché sono in viaggio per lavoro.
Quando in passato veniva diffuso un buon dato sulla disoccupazione in America, la reazione era : borse su e dollaro al rialzo. Questa volta invece abbiamo avuto borse al rialzo, mentre il dollaro si è indebolito in base al solito risk on. In realtà  io credo che la borse continueranno a salire di prezzo -hanno già registrato un rialzo del 20% dall'inizio di agosto quando ho detto che  era tempo di uscire dalla tenda- per tre principali motivi:cambiamento di direzione dei tassi di interesse a medio-lungo termine, catching up rispetto ai deludenti ultimi 15 anni in cui si è avuto un equity risk premium negativo, buon andamento del settore corporate in America.
L'euro invece riprenderà a scendere anche se il ribasso è un po' ritardato nei tempi rispetto a quelli da me previsti. La sostanza non cambia. Euro alla parità con il dollaro entro qualche mese e sotto 0,70 nel 2014-2015. Sia sul piano tecnico che su quello fondamentale non può essere che così. Il bond americano è da vendere su ogni rimbalzo: sta scendendo da 154 a 135 per fine anno.
L'oro nel complesso mi piace , ma preferisco l'argento che si trova il 30% al di sotto dei massimi registrati l'anno scorso a 50 dollari l'oncia. Un livello cruciale 50 dollari perché eguale a quello toccato nel gennaio 1980 allorché i fratelli Hunt tried to corner the silver market.

Cari saluti.

Francesco Arcucci



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lunedì 1 ottobre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 1 ottobre 2012


Carissimi,

 

lunedì scorso avevo scritto che ci sarebbe stata sui mercati azionari una piccola correzione e in verità c’è stata. Il trend, tuttavia, è ancora positivo per cui abbiamo un’altra occasione per acquistare azioni in debolezza, anche se potremmo puntare su un livello di acquisto più basso.

La mia idea di fondo è che molti analisti sono negativi perché, in modo miope, guardano al quadro a breve ed in particolare con riferimento agli Stati Uniti al fiscal cliff (più tasse, meno spesa pubblica). Io, invece, do importanza a tre cose che riguardano la big picture.

Primo: che le azioni negli ultimi 10/15 anni hanno registrato rendimenti più bassi delle obbligazioni e questo è in contrasto con la legge della finanza per cui “tutte le attività finanziarie rendono allo stesso modo se ponderate per il rischio”. In questo periodo cioè abbiamo avuto un equity risk premium negativo, cosa che sarà corretta presto.

Secondo: che siamo ad un punto di svolta dei tassi a lungo termine dal basso verso l’alto (probabilmente già avvenuta nel luglio 2012). Si tratta del quarto grande cambiamento di trend in novant’anni. Gli altri sono avvenuti nel 1920 (dall’alto verso il basso), nel 1949 (dal basso verso l’alto), nel 1982 (dall’alto verso il basso). Questi punti di svolta sono stati accompagnati da un grandissimo rialzo dei prezzi delle azioni per cui non mi meraviglierebbe se il DJ (io guardo in primo luogo alla borsa di New York) fra due o tre anni toccherà 25 mila o anche 30 mila punti (gli altri mercati seguiranno). I prezzi delle azioni italiane assomigliano più a prezzi di opzioni che di titoli (tanto sono bassi ).

Il terzo motivo del rialzo è che dei tre settori finali, famiglie, imprese e pubblica amministrazione, quello delle imprese è in buona salute rispetto agli altri due e quindi ben presto i risparmiatori indirizzeranno lì il loro denaro. Al di là di ciò che avviene in settimana in settimana, il mio consiglio è acquistare, specie su ogni debolezza. L’euro sembra avere terminato il suo rabbioso rimbalzo. Molti analisti, fra cui quelli di Banca Intesa e di altre banche maggiori, lo vedono stabile fra 1,30/1,40 per i prossimi due anni. Io no. Io lo vedo in grande, grandissimo declino che comincerà  presto.

L’oro e le materie prime risentono positivamente di questa riaffermazione delle banche centrali di proseguire in una politica monetaria eterodossa, per cui non ci sarebbe da meravigliarsi se il movimento di rialzo dell’oro e soprattutto dell’argento continuasse.

 

Cari saluti

 

Francesco Arcucci

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