Carissimi,
lunedì scorso avevo scritto che
ci sarebbe stata sui mercati azionari una piccola correzione e in verità c’è
stata. Il trend, tuttavia, è ancora positivo per cui abbiamo un’altra occasione
per acquistare azioni in debolezza, anche se potremmo puntare su un livello di
acquisto più basso.
La mia idea di fondo è che molti
analisti sono negativi perché, in modo miope, guardano al quadro a breve ed in
particolare con riferimento agli Stati Uniti al fiscal cliff (più tasse, meno
spesa pubblica). Io, invece, do importanza a tre cose che riguardano la big
picture.
Primo: che le azioni negli ultimi
10/15 anni hanno registrato rendimenti più bassi delle obbligazioni e questo è
in contrasto con la legge della finanza per cui “tutte le attività finanziarie
rendono allo stesso modo se ponderate per il rischio”. In questo periodo cioè
abbiamo avuto un equity risk premium negativo, cosa che sarà corretta presto.
Secondo: che siamo ad un punto di
svolta dei tassi a lungo termine dal basso verso l’alto (probabilmente già
avvenuta nel luglio 2012). Si tratta del quarto grande cambiamento di trend in
novant’anni. Gli altri sono avvenuti nel 1920 (dall’alto verso il basso), nel
1949 (dal basso verso l’alto), nel 1982 (dall’alto verso il basso). Questi
punti di svolta sono stati accompagnati da un grandissimo rialzo dei prezzi delle
azioni per cui non mi meraviglierebbe se il DJ (io guardo in primo luogo alla
borsa di New York) fra due o tre anni toccherà 25 mila o anche 30 mila punti
(gli altri mercati seguiranno). I prezzi delle azioni italiane assomigliano più
a prezzi di opzioni che di titoli (tanto sono bassi ).
Il terzo motivo del rialzo è che
dei tre settori finali, famiglie, imprese e pubblica amministrazione, quello
delle imprese è in buona salute rispetto agli altri due e quindi ben presto i
risparmiatori indirizzeranno lì il loro denaro. Al di là di ciò che avviene in
settimana in settimana, il mio consiglio è acquistare, specie su ogni
debolezza. L’euro sembra avere terminato il suo rabbioso rimbalzo. Molti
analisti, fra cui quelli di Banca Intesa e di altre banche maggiori, lo vedono
stabile fra 1,30/1,40 per i prossimi due anni. Io no. Io lo vedo in grande,
grandissimo declino che comincerà presto.
L’oro e le materie prime
risentono positivamente di questa riaffermazione delle banche centrali di
proseguire in una politica monetaria eterodossa, per cui non ci sarebbe da
meravigliarsi se il movimento di rialzo dell’oro e soprattutto dell’argento
continuasse.
Cari saluti
Francesco Arcucci
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