martedì 31 luglio 2012

L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari- 30 luglio

Carissimi,
non sempre certamente, ma spesso sono io stesso sorpreso dalla esattezza e precisione dei miei modelli. In questo caso mi riferisco ai mercati azionari. L'anno scorso in agosto, mentre essi crollavano e tutti erano supernegativi io le scrissi che verso la fine di settembre /inizio di ottobre avremmo avuto un minimo e poi un bel rimbalzo per alcuni mesi. E infatti il 4/10/2011 ecco il minimo ed ecco il potente rimbalzo (circa 30%) sulla borsa di New York fino al termine del mese di marzo 2012. A quel punto previdi una correzione della durata di alcuni mesi. Qualche settimana fa precisai che un nuovo potente rialzo (piu' 30%?) sarebbe iniziato alla fine di luglio/metà agosto 2012.
Ebbene sembra quasi che il mio modello abbia "sentito" che a fine luglio Draghi avrebbe detto ciò che ha detto. Le parole del Presidente della BCE si "saldano" con il rialzo previsto dal mio modello per cui penso che quelle parole non siano destinate a cadere nel vuoto come è successo con le altre dichiarazioni dei vari summit nei mesi scorsi.
Questa volta, essendo state pronunciate al momento giusto in base al mio modello, il riazo in borsa continuerà.Sono rialzista e spero che abbia seguito il mio consiglio di acquistare in debolezza nelle settimane scorse. Considerazioni fondamentali? Tante: ad esempio che il P/E generalmente è basso,che l'investimento azionario è stato peggiore negli ultimi 15 anni di quello obbligazionario e monetario, mentre dovrebbe essere migliore per compensare la maggiore volatilità, che i tassi di interesse  in  America e nell'Europa che conta sono bassissimi , che i profitti continuano a salire rispetto al monte salari (che ha perso 15 punti rispetto al PIL negli ultimi 15 anni), che l'offerta di azioni si è ridotta rispetto a 10 anni fa,  etc. Il fondamentalismo non dà il timing. La mia analisi spesso lo dà ed è per questo che scrivo questo note.Sono rialzista, mentre sono tutti  o quasi ribassisti.
Sempre le parole di  Draghi rappresentano una conferma di quello che penso del prezzo dell'oro. E cioè che esso dipende dal modo come viene gestita la creazione di fiat money da parte delle grandi banche centrali. Appena Draghi ha detto che era pronto a creare moneta in modo non ortodosso, l'oro ha preso il volo salendo di 80 dollari in pochi minuti.
Questa stessa dichiarazione avrebbe dovuto fare crollare il cambio dell'euro a causa dell'aumento possibile dell'offerta , ma qui ha è subentrata un 'altra circostanza. La riduzione del rischio sovrano ha determinato short covering specie da parte di quelli operatori che si erano messi pesantemente al ribasso negli ultimi giorni. Ma questo rimbalzo dell'euro avrà solo l'effetto di rendere il successivo ribasso piu' certo e piu' grande.
Cari saluti.
Francesco Arcucci


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Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

lunedì 23 luglio 2012

L'analisi del Lunedi dei Mercati Finanziari - 23 Lunedi 2012


Carissimi,

il 7 giugno 2010 –e cioè un anno prima della crisi del debito sovrano in Italia - io scrissi un articolo comparso su Affari e Finanza de La Repubblica nel quale dicevo che il dollaro ha a sua difesa 2 mastini: la FED disposta ad acquistare illimitatamente titoli pubblici e il dollaro come moneta di riserva per cui gli Stati Uniti possono indebitarsi nella moneta che producono. Dicevo anche che le altre grandi banche centrali rappresentano 1 mastino a vantaggio della finanza pubblica del loro paese e l’euro ha 0 mastini perché la BCE non può per statuto svolgere la stessa funzione in Eurolandia che ad esempio la BoE esercita in Inghilterra. Più tardi in vari articoli esposi il seguente sillogismo. Poiché la finanza pubblica a partire da un certo rapporto debito/Pil (diciamo 90%) è una catena di sant’Antonio (cioè i vecchi creditori vengono rimborsati per capitale e interessi dai nuovi creditori) e poiché per definizione le catene di sant’Antonio si spezzano perché la base dei nuovi creditori ad un certo momento non riesce più ad espandersi, l’unico modo per evitare l’insolvenza per le pubbliche amministrazioni è la presenza di una banca centrale disposta ad acquistare illimitatamente titoli pubblici. Ma poiché – continua il sillogismo- la BCE  non lo può fare né oggi, né in futuro, poiché il processo di revisione del trattato istitutivo passa attraverso l’approvazione di 17 parlamenti nazionali ed eventualmente di qualche referendum, l’insolvenza è certa.
Naturalmente, poiché io sono un economista fuori dal coro, nonostante abbia scritto decine di articoli in proposito su vari giornali, sono stato ignorato. Ma un sillogismo è un sillogismo. Quanto detto rende risibile il richiamo al “contagio” da parte del Governo Monti. L’insolvenza è nei fatti: la Spagna non c’entra nulla.  
In queste condizioni è logico che io continui a vedere il dollaro forte (2 mastini) e l’euro molto debole (0 mastini), al di là delle piccole o grandi oscillazioni di settimana in settimana. Questa distinzione si riflette anche sulle borse con quella di New York che sta facendo le cose giuste. Un rialzo del 30% da ottobre 2011 a marzo 2012, una correzione in corso del 15% in aprile, maggio, giugno, una stabilità il luglio e una ripartenza in agosto (il mese della svolta verso l’alto). Nella settimana passata New York, come avevamo anticipato, è ritornata nuovamente a “vedere” quota 1400 ( in realtà ha toccato 1375)  e ne è stata respinta solo dal “contagio” (questo sì) delle borse europee.

Per quanto riguarda le materie prime e i metalli preziosi può dirsi che:

  1. l’oro, la cui crescita di prezzo è collegata all’uso troppo disinvolto della fiat money da parte delle banche centrali, mostra che tale uso in questo periodo è un po’ più prudente;
  2. i metalli industriali suggeriscono una domanda mondiale assai fiacca;
  3. il petrolio tende a seguire i metalli industriali, ma fa dei rimbalzi a causa dei rischi di peggioramento della situazione politica mediorientale;
  4. quello che veramente preoccupa sono le materie prime alimentari: esse – mais, grano, soia - hanno fatto registrare un rialzo straordinario (oltre il 30%) nell’ultimo mese, soprattutto per fattori climatici, ma questi rialzi potrebbero essere alla base di una nuova ondata di tensioni politiche nei vari paesi.

Con riferimento alla settimana che si apre vedo i metalli preziosi e specialmente l’oro negativi, le borse ancora in fase correttiva visto che ci manca ancora circa un mese dall’inizio del nuovo rialzo e l’euro/dollaro di nuovo sotto pressione: potrebbe scendere sotto il livello psicologico di 1,20.

Cari saluti

Francesco Arcucci


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lunedì 16 luglio 2012

L'analisi del Lunedi dei Mercati Finanziari - 16 luglio 2012


Carissimi,

che il dollaro sia destinato a rafforzarsi non lo dice solo il mio modello di analisi quantitativa, che peraltro in questi mesi è stato di una notevole precisione visto che ha centrato due cose:

  1. la direzione del dollaro, che sarebbe stata al rialzo,
  2. il fatto che il rialzo (e il ribasso dell’euro/dollaro da 1,36 di fine febbraio a 1,22 di oggi) sarebbe stato netto, ma non travolgente (lo dovrebbe essere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi).
Che il dollaro sia destinato a rafforzarsi è la conseguenza anche di circostanze che si stanno verificando nell’economia USA e che sono poco conosciute. Vediamole. Il contributo alla crescita del PIL negli Stati Uniti negli ultimi 4 anni è attribuibile per la metà ai consumi interni (nonostante la disoccupazione) e per l’altra metà alle esportazioni (cosa mai avvenuta in passato). Le altre componenti - investimenti e spesa pubblica- non hanno recato alcun contributo. Le esportazioni stanno crescendo rapidamente e il deficit della bilancia dei pagamenti corrente dal 6% del 2006 si è ridotto al 3% con la componente dei servizi che cresce molto rapidamente (i servizi sono ormai il 30% dell’export contro il 20% a  livello mondiale), ma la voce da cui ci si possono aspettare grandi miglioramenti è quella del petrolio che tradizionalmente costituisce il maggior onere per la bilancia dei pagamenti USA. Qui il divario fra consumo e produzione nazionale si sta restringendo. L’America consuma attualmente 22 milioni di barili al giorno e ne importa 9 milioni, ma è vicino il momento in cui gli USA (oggi il terzo produttore del mondo) potranno estrarre altri 7 milioni di barili/giorno rendendo “modesto” il fabbisogno di petrolio importato. Del resto la crisi dell’euro tocca poco la Confederazione Nordamericana. I mercati di esportazione sono in sequenza: Canada, Messico e Cina. Mentre l’export verso l’Europa cresce lentamente, quello verso l’America Latina è aumentato di oltre il 50% in due anni. In conclusione quindi prevedo debolezza dell’euro/dollaro sia sul piano quantitativo, sia su quello fondamentale. Conta assai poco il fatto che in una certa settimana, magari questa, l’euro possa dare qualche segnale di vitalità.
Passando a parlare dei mercati azionari, si può notare che l’SP 500 è al rialzo del 6% da inizio anno, mentre l’eurostoxx 50 è al ribasso di circa il 3% e altrettanto lo sono le borse dei paesi emergenti. Vi è molta preoccupazione per i dati relativi agli earnings delle società americane nel secondo trimestre, ma io credo che a determinare l’andamento di borsa non siano tanto gli earnings, quanto il rapporto P/E, il cosiddetto moltiplicatore che è espressione del social mood. Il social mood nel corso degli ultimi anni è stato così negativo che il moltiplicatore è sceso da 22 a 12 in America e si trova sotto 10 in Europa. A earnings invariati, se il livello del rapporto P/E tornasse a 18 (cioè intorno alla media storica) i prezzi potrebbero crescere del 50% in America. E la verità è che negli USA vi sono sintomi positivi non tanto sul piano congiunturale, ma su quello strutturale di una ricostruzione e un migliore ribilanciamento dell’economia americana. Dal punto di vista operativo la netta risalita degli indici di venerdì scorso conferma che siamo vicini ad una nuova fase di rialzo che dovrebbe portarci a fine anno a 1600/1700 dell’SP. Acquisterei quindi su ogni debolezza.
Per i metalli preziosi bisogna aspettare ancora: la previsione di un periodo senza trend è stata corretta. L’eventualità di un ribasso fino a 1400/1350 per l’oro non è scongiurata.
Anche per quanto riguarda il petrolio bisogna constatare l’assenza di trend: questa settimana tuttavia dovrebbe essere favorevole e si potrebbe superare il livello di 90 dollari per barile.
I Treasury Bonds trentennali vanno abbandonati: una vendita intorno a 152 sarebbe ideale per un movimento brusco fino a 142 nel corso dei prossimi 10 giorni.

Cari saluti

Francesco Arcucci


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lunedì 9 luglio 2012

L'analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 9 Luglio 2012

Carissimi,
avrete notato che gli analisti e i media cambiano molto spesso la loro visione sui mercati seguendo le notizie positive o negative: quello che è fastidioso è che, nonostante questi continui cambiamenti di opinioni, cercano sempre di sostenere che hanno una grande insight dei mercati. Io non inseguo le notizie e non cambio idea ad ogni piè sospinto.
Per quanto riguarda l’euro/dollaro prevedo una ripetizione della svolta al rialzo del dollaro (allora non c’era l’euro, ma si può prendere come proxy il marco) dal 1990 al 1995. Quella svolta si manifestò non a V, ma a U, con una serie di alti e bassi del dollaro, fino a che si iniziò una fase di rialzo netto e violento che continuò fino al 2000. Dal 2008 ad oggi le cose stanno andando nello stesso modo. Dopo una fase di su e giù, il movimento rialzista del dollaro, senza più ricadute, è iniziato il 2/5/2011 a 1,45 dell’euro, e finora l’euro si è indebolito di circa il 16% a 1,2270. Ma siamo solo agli inizi. Il collegamento fra euro debole e crisi del rischio sovrano è molto minore di quello che si crede. In questi anni abbiamo avuto fasi di grande rischio sovrano con l’euro che non s’indeboliva. Può benissimo avvenire che il rischio sovrano diminuisca e l’euro crolli. Per quanto riguarda questa settimana constato con piacere la rottura, anche se modesta, della fascia 1,27/1,23. Potrebbe perfino darsi che nei prossimi giorni vi sia un “rialzino” dell’euro, ma è solo un’opportunità di vendita.
Passando alle borse, e in particolare a quella di New York, vorrei fare un piccolo recap. Centrai perfettamente il massimo nell’estate del 2007 e il minimo nel marzo 2009. Ho un po’ pasticciato invece nel corso del 2010 e fino al maggio 2011. Qui ho colto esattamente il massimo dello Standard&Poor’s a 1360 e ho previsto un minimo nella seconda metà di settembre/inizio ottobre 2012. Quando il 4 ottobre 2012 l’SP era sceso a 1070 io dissi: è ora di comprare. Dopo sei mesi di rialzo con l’SP a 1407, i primi giorni di aprile 2012 vidi venire la correzione fino a 1260/1280 toccati il 4/6/2012. Ora ritengo che siamo molto vicini a un minimo su tutti i mercati azionari, ma i motori del vero rialzo non dovrebbero accendersi prima dell’inizio di agosto, e a quel punto ritornerò ad essere rialzista per un massimo dell’SP a fine anno intorno a 1600/1700. È una previsione molto impegnativa e solo il tempo potrà dire se avrò avuto ragione.
Nei metalli preziosi gli errori ci sono stati eccome. Invece di essere rialzista senza tentennamenti dal novembre 2008 (oro a 700 dollari l’oncia), ho cercato numerose volte dei controtrend rispetto al rialzo, centrandone alcuni, ma sbagliando la strategia di fondo. Ho colto bene il massimo dell’oro alla fine di agosto 2011 a 1920 dollari l’oncia e ora sono in attesa del segnale di un minimo che spero avverrà nei prossimi due mesi. Questa settimana l’oro dovrebbe registrare un certo rialzo. Se non lo facesse sarebbe grave e in questo caso potremmo vedere il prezzo dell’oro intorno a 1350.
Attenzione ai tassi d’interesse a lungo termine delle obbligazioni del Tesoro americano. Stanno dando gli ultimi segnali ribassisti, ma si sta avvicinando il momento di una svolta, con i prezzi del Treasury bond a 30 anni che rischiano andare in caduta libera.

Cari saluti

Francesco Arcucci






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lunedì 2 luglio 2012

L'analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 2 Luglio 2012

Carissimi,

questa settimana sono un po’ in imbarazzo a scrivere questa e-mail. La domanda è: può il summit europeo appena concluso capovolgere la situazione? In particolare, può lo European Stability Mechanism rappresentare un valido surrogato al mancato potere della BCE di intervenire illimitatamente (se vuole) acquistando titoli pubblici dei Paesi di Eurolandia, potere che invece hanno tutte le principali banche centrali e che consente loro di rendere riskless i titoli di Stati che pure hanno una pessima finanza pubblica? Può lo ESM rompere il circuito vizioso per cui i problemi di solvibilità delle banche (si pensi alle spagnole) si riflettono negativamente sugli Stati e la scarsa stabilità finanziaria degli Stati si riflette sulle banche in termini di tremende minusvalenze nei loro bilanci? C’è chi dice di sì (in generale la stampa nazionale e internazionale) e pensa quindi a una nuova situazione con borse su, euro su, materie prime al rialzo, e c’è chi pensa ad un sollievo solo temporaneo di fronte al fatto che la traiettoria a medio e lungo termine è già segnata: la crisi non può che continuare a peggiorare perché la finanza pubblica è una grande catena di Sant’Antonio, in cui i vecchi creditori sono pagati per capitali e interessi con il denaro dei nuovi creditori fino all’inevitabile punto di rottura.
Chi ha ragione? Difficile da dire. Io penso che il summit avrà l’effetto di provocare un altro dei tanti rally di cui è costellata la cronaca degli ultimi due anni, magari un po’ più robusto e più lungo, e poi i problemi di fondo riemergeranno, e l’Italia in particolare, dato il modo folle dei partiti di gestire la spesa pubblica (fra ruberie, sprechi e privilegi) non ce la farà.
Ma al di là di queste considerazioni ecco quello che prevedo per questa settimana e in generale per il mese di luglio.
Per quanto riguarda i mercati azionari, luglio dovrebbe essere un mese di preparazione del grande rialzo che dovrebbe manifestarsi a partire da agosto. Il downside è assai limitato e da utilizzare per acquistare. Non dimentichiamo che c’è stata una prima ondata di bull market dal 4 ottobre 2011 alla fine di marzo 2012 con l’SP salito di 330 punti. A mio avviso da agosto inizierà una seconda ondata che porterà lo Standard & Poor’s intorno a 1600 / 1700. Ma come dicevo nel mese di luglio il mercato dovrebbe registrare numerose oscillazioni al rialzo e al ribasso prima della partenza vera.
I metalli preziosi non rappresentano per ora un veicolo di investimento interessante. C’è il rischio che la rottura di 1530 dell’oro possa scatenare un nuovo ribasso. La settimana scorsa avevamo detto che il petrolio non aveva molto rischio al ribasso (avevamo indicato esattamente il livello di 78), e infatti abbiamo assistito a una violenta reazione che potrà portarci fino a 90 dollari al barile.
Il nostro cavallo di battaglia è sempre il dollaro, che venerdì scorso si è indebolito contro l’euro e le altre principali monete. Il vero movimento al ribasso dell’euro inizierà solo con la rottura di 1,2250 / 1,2300.
Come è noto le monete dei mercati emergenti sono state massacrate, ma ora il tempo è venuto per un forte rimbalzo delle stesse anche contro dollaro.


Cari saluti


Francesco Arcucci





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