Carissimi,
il 7 giugno 2010 –e cioè un anno prima della crisi del debito sovrano in Italia -
io scrissi un articolo comparso su Affari e Finanza de La Repubblica nel quale
dicevo che il dollaro ha a sua difesa 2 mastini: la FED disposta ad acquistare illimitatamente
titoli pubblici e il dollaro come moneta di riserva per cui gli Stati Uniti
possono indebitarsi nella moneta che producono. Dicevo anche che le altre
grandi banche centrali rappresentano 1 mastino a vantaggio della finanza
pubblica del loro paese e l’euro ha 0 mastini perché la BCE non può per statuto
svolgere la stessa funzione in Eurolandia che ad esempio la BoE esercita in
Inghilterra. Più tardi in vari articoli esposi il seguente sillogismo. Poiché
la finanza pubblica a partire da un certo rapporto debito/Pil (diciamo 90%) è
una catena di sant’Antonio (cioè i vecchi creditori vengono rimborsati per
capitale e interessi dai nuovi creditori) e poiché per definizione le catene di
sant’Antonio si spezzano perché la base dei nuovi creditori ad un certo momento
non riesce più ad espandersi, l’unico modo per evitare l’insolvenza per le
pubbliche amministrazioni è la presenza di una banca centrale disposta ad
acquistare illimitatamente titoli pubblici. Ma poiché – continua il sillogismo-
la BCE non lo può fare né oggi, né in futuro, poiché il processo di
revisione del trattato istitutivo passa attraverso l’approvazione di 17
parlamenti nazionali ed eventualmente di qualche referendum, l’insolvenza è
certa.
Naturalmente,
poiché io sono un economista fuori dal coro, nonostante abbia scritto decine di
articoli in proposito su vari giornali, sono stato ignorato. Ma un sillogismo è
un sillogismo. Quanto detto rende risibile il richiamo al “contagio” da parte
del Governo Monti. L’insolvenza è nei fatti: la Spagna non c’entra nulla.
In queste condizioni è logico che io continui a vedere il dollaro forte (2 mastini) e l’euro molto debole (0 mastini), al di là delle piccole o grandi oscillazioni di settimana in settimana. Questa distinzione si riflette anche sulle borse con quella di New York che sta facendo le cose giuste. Un rialzo del 30% da ottobre 2011 a marzo 2012, una correzione in corso del 15% in aprile, maggio, giugno, una stabilità il luglio e una ripartenza in agosto (il mese della svolta verso l’alto). Nella settimana passata New York, come avevamo anticipato, è ritornata nuovamente a “vedere” quota 1400 ( in realtà ha toccato 1375) e ne è stata respinta solo dal “contagio” (questo sì) delle borse europee.
Per
quanto riguarda le materie prime e i metalli preziosi può dirsi che:
- l’oro, la cui crescita di
prezzo è collegata all’uso troppo disinvolto della fiat money da parte
delle banche centrali, mostra che tale uso in questo periodo è un po’ più
prudente;
- i metalli industriali
suggeriscono una domanda mondiale assai fiacca;
- il petrolio tende a seguire i
metalli industriali, ma fa dei rimbalzi a causa dei rischi di
peggioramento della situazione politica mediorientale;
- quello che veramente preoccupa
sono le materie prime alimentari: esse – mais, grano, soia - hanno fatto
registrare un rialzo straordinario (oltre il 30%) nell’ultimo mese,
soprattutto per fattori climatici, ma questi rialzi potrebbero essere alla
base di una nuova ondata di tensioni politiche nei vari paesi.
Con
riferimento alla settimana che si apre vedo i metalli preziosi e specialmente
l’oro negativi, le borse ancora in fase correttiva visto che ci manca ancora
circa un mese dall’inizio del nuovo rialzo e l’euro/dollaro di nuovo sotto
pressione: potrebbe scendere sotto il livello psicologico di 1,20.
Cari
saluti
Francesco
Arcucci
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Buona sera Prof. Arcucci. Alcuni giorni fa ho assistito ad un suo intervento su Class CNBC in cui ho apprezzato la chiarezza e la semplicità con cui lei esponeva le sue previsioni. Ho poi trovato questo suo blog e vorrei farle i miei (umili) complimenti.
RispondiEliminaGradirei inoltre sapere se fosse possibile ricevere lezioni (personalmente, via web, altro ...) e/o materiale didattico (suoi libri, DVD).
Grazie
Cristiano