martedì 28 febbraio 2012

DISCLAIMER
Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.
L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari – 27 febbraio 2012
Carissimi,
regole contabili (per i fondi pensione), requisiti di solvibilità (per le assicurazioni) e norme sul modo di investire mezzi propri e la liquidità (per le banche) hanno favorito l’investimento in obbligazioni di Stato. Anche la decisione di tenere bassi i tassi di interesse che ha caratterizzato la politica monetaria della FED, della BCE, della Banca d’Inghilterra, della Banca del Giappone attraverso quantitative easing o mediante il livellamento dei tassi di interesse a breve ormai vicini allo zero da quasi quattro anni, ha ridotto l’attrattiva dell’investimento obbligazionario e di quello sul mercato monetario.  Uno scenario un po’ tipo anni 1950/inizio anni 1960. E che cosa si è verificato in quel decennio? Il più bel rialzo dei mercati azionari in tutte le principali piazze dell’ultimo secolo ed è questo che mi aspetto e che ho previsto fin da settembre 2011, contro la generalità degli altri analisti, allora totalmente negativi. Magari non per dieci anni, ma almeno per i prossimi tre o quattro anni nei quali l’inflazione resterà al palo. In base ad uno studio della London Business School il rendimento delle azioni in periodi di bassa inflazione è mediamente di circa il 12% all’anno, per cui c’è molto da recuperare. Per quanto riguarda il quadro a breve l’SP, toccato settimana scorsa l’importante livello di 1360, non ha accelerato, ma nemmeno corretto al ribasso.
Il prossimo target si colloca intorno 1450. Continuano a piacermi anche le borse europee e del Giappone, mentre sono meno favorevole su quelle dei paesi emergenti come Cina e India.
Sull’euro sono sempre estremamente negativo almeno a partire da aprile/inizio maggio 2012.
È ormai evidente che sommando il fiscal compact al ristagno, o peggio, dei consumi e degli investimenti, l’unica valvola di sfogo per l’Europa sono le esportazioni sostenute da un euro più basso. Avremo un euro intorno alla parità con il dollaro entro la fine del 2012 e a 0,70 o sotto quel livello nel 2014/2015. Il rialzo dell’euro di settimana scorsa da 1,32 a 1,3460 non mi ha sorpreso. Avevo scritto lunedì scorso: ”il movimento al rialzo del dollaro … non è ancora pronto.
Pur escludendosi un euro a 1,40-1,45 e un dollar index sotto 75 (livello attuale 78) si dovrà aspettare ancora qualche settimana prima del grande balzo del dollaro”. Per questa settimana prevedo ancora un dollaro piuttosto debole o stabile nell’area 1,3350-1,3550.
Sono assai contento delle mie previsioni sui metalli preziosi dove, da alcune settimane avevo previsto un rialzo dell’oro, ma soprattutto dell’argento che, avevo detto, già alla fine di febbraio potrebbe arrivare a 38 dollari l’oncia. Non siamo a 38 dollari, ma anche il livello di 35,50 segnala un rialzo certamente ragguardevole. Per questa settimana prevederei una fase laterale in attesa di un nuovo balzo nella settimana prossima. 
Cari saluti. 
Francesco Arcucci

martedì 21 febbraio 2012

L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari – 20 febbraio 2012

Carissimi,

Buffett afferma che “le borse hanno valutazioni talmente interessanti che gli investitori dovrebbero essere investiti esclusivamente in azioni”. In verità, da un lato, il rapporto prezzi/utili è pari circa a 13 volte in America e a circa 10 volte in Germania e nelle principali borse asiatiche , e quindi i prezzi delle azioni sono molto convenienti, dall’altro lato, i tassi di interesse cosi bassi anche a lungo termine rendono sensibile il rischio di minusvalenza sulle obbligazioni: il rischio di perdite di capitale e di potere d’acquisto non è compensato da un adeguato rendimento. A mio avviso , dopo anni in cui l’investimento azionario ha reso ben poco, stiamo per assistere ad un grandissimo rialzo e forse al maggiore rialzo nella storia degli Stati Uniti che potrebbe durare alcuni anni. Il rischio sovrano in Europa rimane l’ultima carta che hanno in mano gli shortisti, ma non è una carta sufficiente a frenare il grandissimo rialzo che sta di fronte a noi. Del resto all’inizio di ottobre 2011 avevo detto che quello sarebbe stato il minimo  (l’SP valeva 1070) , attualmente l’SP si trova a oltre 1360 e il bello deve ancora venire.
Per quanto riguarda l’oro Buffett equipara la domanda di oro alla domanda di paura. Il problema non è se la gente ha paura. Il problema per l’investitore in oro è se la gente fra un anno avrà più paura di quanta ne ha ora. In questo quadro generale quali sono le  note salienti di settimana scorsa e quali quelle di questa settimana?
1.      La prima è che le borse hanno continuato a mostrare una notevole resilienza. Ogni volta che si sono indebolite sono rimbalzate e l’SP ha chiuso la settimana sopra il livello di 1360 che rappresenta una stoploss per coloro che si erano messi al ribasso nelle settimane e nei mesi scorsi nella convinzione che le cattive notizie avrebbero prevalso. Il rialzo delle borse dovrebbe essere quindi più spedito da qui in avanti.
2.      La seconda è che il dollaro non è ancora pronto al grande balzo contro euro. Quest’ultimo la settimana scorsa si era indebolito fino a 1,2980 , ma è rimbalzato verso 1,32. Il movimento al rialzo del dollaro non ha più gli ostacoli dei tre anni passati, ma , come si diceva, non è ancora pronto. Pur escludendosi un euro nuovamente a 1,40-1,45 e un dollar index sotto 75, si dovrà aspettare ancora qualche settimana prima del grande balzo del dollaro al rialzo e dell’euro al ribasso. Idealmente esso dovrebbe avvenire in aprile/inizi di maggio 2012.
3.      L’anno scorso in questa stagione i giornali economici erano pieni di inni all’ inarrestabile rialzo delle materie prime. Proprio da febbraio/marzo 2011 è iniziata una fase correttiva sulle materie prime che, ancora una volta, ha smentito queste previsioni giornalistiche (e ancora una volta i giornali non hanno ammesso l’errore). Quest’ anno c’è il silenzio dei giornali in questo campo, ma io vedo i sintomi di una nuova ondata di rialzo delle commodities in genere. Mi piace soprattutto l’argento che, secondo me, ha una struttura rialzista molto bene impostata. Anche il petrolio è destinato a salire di prezzo e questo potrebbe essere un grande problema per l’Italia, dove la bolletta petrolifera è già molto pesante per i nostri conti con l’estero.

Vorrei infine ricordare che è nuovamente molto interessante l’acquisto di euro contro franco svizzero visto che la Banca Nazionale Svizzera ha ribadito che non lascerà scendere l’euro sotto 1,20 , anche dopo che il presidente Hildebrand ha rassegnato le dimissioni per i noti motivi.

Cari saluti.

Francesco Arcucci
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venerdì 17 febbraio 2012

L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 11 gennaio 2012

Carissimi,

la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo ci hanno portato la congiunzione dei mercati che io mi aspettavo e, avevo previsto da qualche settimana, sarebbe prevalsa. Il dollaro e il mercato azionario, cioè, hanno cominciato a muoversi nella stessa direzione. Molti credevano che una salita del dollaro  e quindi un euro debole si accompagnasse ad una debolezza delle borse e delle materie prime, ma è successo il contrario almeno con riferimento al mercato azionario di New York (l’Europa non si è ancora messa al passo, ma ben presto lo farà anch’essa).
A mio avviso il 2012 sarà l’anno delle borse e quello delle materie prime, petrolio e gas compresi, e dei metalli preziosi. Ricordo che, all’inizio del 2011, tutti i famosi analisti intervistati da Barron’s si erano detti positivi sulle borse e prevedevano un rialzo del 20% in America e in Europa. Si sono sbagliati. Quest’anno prevale in essi un certo pessimismo. Penso che si sbaglieranno ancora. La borsa di New York ha fatto un massimo il 2/5/2011 a 1370 del SP (12807 del DJ) e poi ha subito una netta flessione fino alla prima settimana di ottobre (come da me previsto) con l’SP a 1070. Credo che ben presto salterà il tappo verso l’alto e che ci possiamo aspettare un massimo nel 2012 intorno a 1650  del SP o forse anche oltre, il che vorrebbe dire rompere i massimi dell’estate/autunno 2007. I motivi ci sono anche sul piano fondamentale. Il rendimento delle obbligazioni a dieci anni del Tesoro americano è ben al di sotto dei dividendi prospettici (dividend yeld), il rapporto price/earnings è molto basso in America e ancora di più in Europa. Il settore corporate è in buona forma  e ha accumulato molto cash. I tassi di interesse resteranno bassi, parola della FED , ma anche della BCE. Certo il rischio di insolvenza delle pubbliche amministrazioni di alcuni paesi europei è preoccupante, ma l’America spesso reagisce ai problemi che vengono dall’Europa dicendo che sono soltanto problemi … europei. Io ritengo che già questa settimana occorra approfittare di ogni debolezza e acquistare azioni delle energie alternative, dell’uranio, delle società tecnologiche e anche delle banche. La zona euro è sempre al centro di problemi, ma la forza del mercato di New York sarà capace di sospingere anche i prezzi delle azioni delle principali piazze europee, Milano compresa.
Per quanto riguarda il mercato dei cambi, il mio punto di vista è chiarissimo. È vero che la svolta del dollaro dal basso verso l’alto non è stata a V, ma è stata tormentata, ma io ho detto che il tormento era finito all’inizio di maggio 2011, quando l’euro fece un ultimo balzo  (l’ultimo canto del cigno) a 1,4950. Da allora ho ripetuto diverse volte che la fase di su e giù che ha caratterizzato il dollar index dall’estate 2008 al maggio 2011 era finita e davanti c’era solo un movimento ascendente senza ritorno. E così è stato e la rottura di 1,2850 dell’euro (minimo della moneta unica europea dell’anno scorso e precisamente il 10/1/2011) conferma tutto ciò. Ora il bottone dell’ascensore del dollaro è stato schiacciato verso l’alto e nel 2012, a mio avviso, ci porterà almeno alla parità con l’euro.
Sono ottimista sulle materie prime e specie sul petrolio e il gas naturale e ,inoltre ,su  oro e argento. Per l’argento la severità della correzione da 50 dollari l’oncia a 25 è stata grande per chi credeva nel “buy and hold”. Per l’oro il problema è sempre lo stesso. Fino a che la politica monetaria delle banche centrali non tornerà ad essere ortodossa, l’oro resterà in un bull market. E la politica monetaria è ben lontana dal tornare all’ortodossia, vista la crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo.
Questa settimana vedrei una ripresa della salita dei metalli preziosi, specie nella seconda parte della settimana stessa.
I tassi di interesse a lungo termine sono destinati ad entrare presto in un grande bear market, mentre quelli a breve resteranno bassi per molto tempo.

Francesco Arcucci

Articolo di Francesco Arcucci pubblicato su Italia Oggi giovedì 16 febbraio 2012

Quello che sembra il più grande amico può essere il più grande nemico.


Caro professor Monti,

mi permetto di scriverle in nome della nostra vecchia colleganza universitaria, per essere stati entrambi assistenti alla Bocconi, lei del professor Innocenzo Gasparini e io del Rettore dell’università, professor Giordano Dell’Amore e avere vinto la cattedra nello stesso anno, il 1975.
Lei considera l’Agenzia delle Entrate come un’istituzione amica, poiché impegnata a far pagare le tasse agli italiani e recuperare 10/15 miliardi di euro di evasione fiscale. La considera amica poiché lei è impegnato nello sforzo di ridurre o eliminare al più presto il deficit pubblico annuale e per questa via ridurre la consistenza del debito pubblico. In realtà le cose vanno diversamente. L’Agenzia delle Entrate, è vero, cerca di far pagare più tasse agli italiani anche se il rapporto fra le entrate tributarie (o pressione fiscale) e il PIL è il più alto del mondo, per cui i soldi ottenuti per questa via dovrebbero bastare. Ma invece di fare una campagna martellante sulla necessità che il denaro pubblico sia considerato sacro e le decine o centinaia di migliaia di sperperatori vengano perseguite, si fa una campagna ancora più martellante e invasiva solo sulle colpe degli evasori.
Lungi dal giustificarli o dal sostenerne le ragioni. Però l’ Agenzia delle Entrate sta facendo qualcosa di diverso che aumentare il gettito tributario di quei 10/15 miliardi di euro.
Sta terrorizzando gli italiani con il risultato di spingerli a ridurre in ogni modo i consumi.
Il vecchio redditometro è uno strumento grezzo e impreciso: eppure l’evasione viene calcolata sulla differenza fra l’accertato presuntivamente e il dichiarato, con una protervia da  Santa Inquisizione.
L’ Agenzia delle Entrate si muove sulla base di misure amministrative strampalate, che paiono più il frutto della fantasia malata di qualche burocrate paranoico che del senso comune.
Io non posseggo nessuna automobile di lusso, ma il fatto di sapere che l’infrazione stradale commessa da un SUV sia sanzionata non solo con la multa prevista dal codice della strada, ma anche con l’automatica segnalazione all’ Agenzia delle Entrate dello status fiscale dell’automobilista, mi mette i brividi. Ma non è questo il punto. Il fatto è che con il vecchio redditometro e ancor più con il centinaio di voci del nuovo redditometro gli effetti sui consumi degli italiani sono e saranno sempre più disastrosi. Chi acquisterà più un’automobile, una lavatrice, un  televisore, un computer, un frigorifero, dei mobili, o altro ? Chi farà viaggi per turismo, si iscriverà ad un club sportivo o farà visitare il proprio cane dal veterinario  sapendo che la somma spesa verrà moltiplicata per n volte per ottenere il reddito presunto ? Già si parla di un crollo delle vendite di automobili dalle 2.300.000 unità di due anni fa alle 700.000 previste per quest’anno, con effetti disastrosi sul settore e su tutto l’indotto, che è grandissimo.
I consumi in Italia rappresentano circa il 70% del PIL e si può fare una proiezione, che io ritengo certa, di un meno 5% del PIL medesimo per il 2012.
A quel punto l’Agenzia delle Entrate, da sua amica, diventerà la sua peggior nemica.
Perché con un debito cresciuto di poco e un denominatore ridotto di molto, il rapporto debito/PIL dell’Italia alla fine di quest’anno salirà dal 120% al 130%. E’ noto che l’Italia è disallineata rispetto a paesi comparabili come la Germania, la Francia e la Spagna, che veleggiano intorno all’80-85% del rapporto in parola. La nostra difesa è che stiamo migliorando. Ma come prenderanno i mercati finanziari il fatto che invece di migliorare peggioriamo tale rapporto di 10 punti ?
La risposta è ovvia: con un aumento impressionante dello spread e con il rischio che imbocchiamo la via della Grecia.
Caro professor Monti, mentre lei si sta occupando di salvare l’Italia da una parte, l’apparato burocratico, dall’altra, le sta scavando la fossa sotto i piedi.
Ha creato le condizioni perché l’Italia sia ingessata e quando si è ingessati non solo non si cresce, ma si riduce il peso corporeo a causa dell’atrofia muscolare.

Francesco Arcucci