martedì 28 febbraio 2012

L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari – 27 febbraio 2012
Carissimi,
regole contabili (per i fondi pensione), requisiti di solvibilità (per le assicurazioni) e norme sul modo di investire mezzi propri e la liquidità (per le banche) hanno favorito l’investimento in obbligazioni di Stato. Anche la decisione di tenere bassi i tassi di interesse che ha caratterizzato la politica monetaria della FED, della BCE, della Banca d’Inghilterra, della Banca del Giappone attraverso quantitative easing o mediante il livellamento dei tassi di interesse a breve ormai vicini allo zero da quasi quattro anni, ha ridotto l’attrattiva dell’investimento obbligazionario e di quello sul mercato monetario.  Uno scenario un po’ tipo anni 1950/inizio anni 1960. E che cosa si è verificato in quel decennio? Il più bel rialzo dei mercati azionari in tutte le principali piazze dell’ultimo secolo ed è questo che mi aspetto e che ho previsto fin da settembre 2011, contro la generalità degli altri analisti, allora totalmente negativi. Magari non per dieci anni, ma almeno per i prossimi tre o quattro anni nei quali l’inflazione resterà al palo. In base ad uno studio della London Business School il rendimento delle azioni in periodi di bassa inflazione è mediamente di circa il 12% all’anno, per cui c’è molto da recuperare. Per quanto riguarda il quadro a breve l’SP, toccato settimana scorsa l’importante livello di 1360, non ha accelerato, ma nemmeno corretto al ribasso.
Il prossimo target si colloca intorno 1450. Continuano a piacermi anche le borse europee e del Giappone, mentre sono meno favorevole su quelle dei paesi emergenti come Cina e India.
Sull’euro sono sempre estremamente negativo almeno a partire da aprile/inizio maggio 2012.
È ormai evidente che sommando il fiscal compact al ristagno, o peggio, dei consumi e degli investimenti, l’unica valvola di sfogo per l’Europa sono le esportazioni sostenute da un euro più basso. Avremo un euro intorno alla parità con il dollaro entro la fine del 2012 e a 0,70 o sotto quel livello nel 2014/2015. Il rialzo dell’euro di settimana scorsa da 1,32 a 1,3460 non mi ha sorpreso. Avevo scritto lunedì scorso: ”il movimento al rialzo del dollaro … non è ancora pronto.
Pur escludendosi un euro a 1,40-1,45 e un dollar index sotto 75 (livello attuale 78) si dovrà aspettare ancora qualche settimana prima del grande balzo del dollaro”. Per questa settimana prevedo ancora un dollaro piuttosto debole o stabile nell’area 1,3350-1,3550.
Sono assai contento delle mie previsioni sui metalli preziosi dove, da alcune settimane avevo previsto un rialzo dell’oro, ma soprattutto dell’argento che, avevo detto, già alla fine di febbraio potrebbe arrivare a 38 dollari l’oncia. Non siamo a 38 dollari, ma anche il livello di 35,50 segnala un rialzo certamente ragguardevole. Per questa settimana prevederei una fase laterale in attesa di un nuovo balzo nella settimana prossima. 
Cari saluti. 
Francesco Arcucci

Nessun commento:

Posta un commento