venerdì 17 febbraio 2012

L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 11 gennaio 2012

Carissimi,

la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo ci hanno portato la congiunzione dei mercati che io mi aspettavo e, avevo previsto da qualche settimana, sarebbe prevalsa. Il dollaro e il mercato azionario, cioè, hanno cominciato a muoversi nella stessa direzione. Molti credevano che una salita del dollaro  e quindi un euro debole si accompagnasse ad una debolezza delle borse e delle materie prime, ma è successo il contrario almeno con riferimento al mercato azionario di New York (l’Europa non si è ancora messa al passo, ma ben presto lo farà anch’essa).
A mio avviso il 2012 sarà l’anno delle borse e quello delle materie prime, petrolio e gas compresi, e dei metalli preziosi. Ricordo che, all’inizio del 2011, tutti i famosi analisti intervistati da Barron’s si erano detti positivi sulle borse e prevedevano un rialzo del 20% in America e in Europa. Si sono sbagliati. Quest’anno prevale in essi un certo pessimismo. Penso che si sbaglieranno ancora. La borsa di New York ha fatto un massimo il 2/5/2011 a 1370 del SP (12807 del DJ) e poi ha subito una netta flessione fino alla prima settimana di ottobre (come da me previsto) con l’SP a 1070. Credo che ben presto salterà il tappo verso l’alto e che ci possiamo aspettare un massimo nel 2012 intorno a 1650  del SP o forse anche oltre, il che vorrebbe dire rompere i massimi dell’estate/autunno 2007. I motivi ci sono anche sul piano fondamentale. Il rendimento delle obbligazioni a dieci anni del Tesoro americano è ben al di sotto dei dividendi prospettici (dividend yeld), il rapporto price/earnings è molto basso in America e ancora di più in Europa. Il settore corporate è in buona forma  e ha accumulato molto cash. I tassi di interesse resteranno bassi, parola della FED , ma anche della BCE. Certo il rischio di insolvenza delle pubbliche amministrazioni di alcuni paesi europei è preoccupante, ma l’America spesso reagisce ai problemi che vengono dall’Europa dicendo che sono soltanto problemi … europei. Io ritengo che già questa settimana occorra approfittare di ogni debolezza e acquistare azioni delle energie alternative, dell’uranio, delle società tecnologiche e anche delle banche. La zona euro è sempre al centro di problemi, ma la forza del mercato di New York sarà capace di sospingere anche i prezzi delle azioni delle principali piazze europee, Milano compresa.
Per quanto riguarda il mercato dei cambi, il mio punto di vista è chiarissimo. È vero che la svolta del dollaro dal basso verso l’alto non è stata a V, ma è stata tormentata, ma io ho detto che il tormento era finito all’inizio di maggio 2011, quando l’euro fece un ultimo balzo  (l’ultimo canto del cigno) a 1,4950. Da allora ho ripetuto diverse volte che la fase di su e giù che ha caratterizzato il dollar index dall’estate 2008 al maggio 2011 era finita e davanti c’era solo un movimento ascendente senza ritorno. E così è stato e la rottura di 1,2850 dell’euro (minimo della moneta unica europea dell’anno scorso e precisamente il 10/1/2011) conferma tutto ciò. Ora il bottone dell’ascensore del dollaro è stato schiacciato verso l’alto e nel 2012, a mio avviso, ci porterà almeno alla parità con l’euro.
Sono ottimista sulle materie prime e specie sul petrolio e il gas naturale e ,inoltre ,su  oro e argento. Per l’argento la severità della correzione da 50 dollari l’oncia a 25 è stata grande per chi credeva nel “buy and hold”. Per l’oro il problema è sempre lo stesso. Fino a che la politica monetaria delle banche centrali non tornerà ad essere ortodossa, l’oro resterà in un bull market. E la politica monetaria è ben lontana dal tornare all’ortodossia, vista la crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo.
Questa settimana vedrei una ripresa della salita dei metalli preziosi, specie nella seconda parte della settimana stessa.
I tassi di interesse a lungo termine sono destinati ad entrare presto in un grande bear market, mentre quelli a breve resteranno bassi per molto tempo.

Francesco Arcucci

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