Carissimi,
i più grandi bull market degli
ultimi cento anni sono iniziati nel 1920/21, nel 1949, nel 1982 e secondo me ne
dovrebbe iniziare un altro in questo periodo. Come mai sono iniziati in quelle
date? Perché i prezzi delle azioni erano molto bassi. E come mai erano bassi?
Perché il mercato azionario si era posizionato in modo sbagliato dalla parte di
un ribasso che sarebbe proseguito per chissà ancora quanto tempo.
Nel 1920/21, alla fine della
Grande Guerra, un’ondata di inflazione si accompagnò ai disastri della
conversione delle aziende da economia di guerra, garantita dalle commesse di
Stato ad economia di pace con la concorrenza e il mercato. I prezzi delle
azioni erano molto bassi perché si pensava che l’economia non sarebbe
sopravvissuta a questa prova. Quando la situazione migliorò, iniziarono i
ruggenti anni Venti.
Nel 1949 all’inizio della Guerra
Fredda era diffuso il sentimento che una nuova depressione alla 1930 era
inevitabile e i prezzi delle azioni erano molto depressi. La depressione non si
materializzò e, al contrario, iniziò una fase molto favorevole: ne seguì un
rialzo straordinario in borsa che durò per quasi vent’anni.
Nel 1982 l’inflazione stava ormai
costringendo le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse quasi senza
sosta. Le maggiori borse nel decennio 1970/80, se si tiene conto
dell’inflazione, subirono un ribasso medio valutabile nell’80%. Iniziato il
periodo della disinflazione, l’errato posizionamento del marcato costituì il
trampolino di lancio (springboard) da cui partì un rialzo che si concluse solo
nel 2007.
Ora le borse sono si sono
posizionate nei mesi scorsi per la fine del mondo: il rischio sovrano, la
frantumazione dell’euro, la recessione economica al di qua e al di là
dell’Atlantico e anche nei paesi emergenti, la deflazione anche palesata dal
continuo ribasso dei tassi di interesse. Ci sono tutte le condizioni favorevoli
vissute per altri motivi nel 1920, 1949 e nel 1982 e in particolare il
posizionamento delle borse in senso opposto a ciò che sta per avvenire. Questo,
al di là di tante altre considerazioni, esposte da analisti in generale assai
negativi è la ragione del mio ottimismo. Poi, quando il grande bull market si
sarà messo in moto e sarà evidente a tutti, si cercheranno altre cause, che a
posteriori si trovano sempre, per spiegare ciò che è già avvenuto. L’importante
però è dirlo prima cioè saper prevedere gli eventi. Troppi economisti lo hanno
dimenticato.
Questa mia visione ottimistica
non esclude che sul breve ci possano essere ancora sedute deboli come quelle di
giovedì e venerdì scorsi che potrebbero continuare anche questa settimana.
Avevo previsto un ribasso dei
metalli preziosi che, avevo detto, “hanno corso troppo, specie l’argento”: è
stato così.
Per il rapporto euro/dollaro ci
vuole una pazienza da certosino e io so che gli operatori in cambi non hanno
pazienza. Molti hanno già cambiato idea e vedono l’euro a 1,40-1,50 e oltre.
Penso proprio che sbaglino e che diventeranno di nuovo negativi sull’euro
quando fra 3-5 mesi il cambio euro/dollaro sarà sotto la parità. O almeno è
questa la mia previsione.
Cari saluti.
Francesco Arcucci
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