lunedì 19 novembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 19 Novembre 2012


Carissimi,

nel 2006/2007 io ho scritto numerose volte che eravamo in presenza di un’inflazione creditizia che stava giungendo al culmine (ve ne erano tutti i segni premonitori) e che sarebbe stata seguita da una deflazione creditizia terribile. L’economista Roubini la pensava allo stesso modo e gli venne concesso il palco della riunione annuale del FMI per dirlo: diventò famoso.
Da allora Roubini ha sbagliato numerose volte (e chi non lo fa?). In particolare non ha colto la svolta al rialzo di Wall Street del marzo 2009 – da me centrata perfettamente- e nel complesso è sempre rimasto pessimista. Ma soprattutto, avendo già fatto numerosi errori, è diventato non tanto più cauto, quanto più banale. Invece di prevedere, tende a spiegare ciò che è già avvenuto. Ora dice che il rally iniziato nel luglio 2012 sta finendo perché non sostenuto da buoni dati macroeconomici dei paesi sviluppati ed emergenti, ma soltanto dalla creazione di nuova liquidità delle banche centrali che ha spinto gli investitori assetati di reddito a cercarlo nelle azioni, nelle commodities, negli strumenti finanziari rischiosi tipo CDS e nelle monete dei paesi emergenti. Ora il rally sta fallendo, secondo lui, di fronte all’aggravarsi della crisi economica, dei problemi del rischio sovrano in Europa e delle incertezze politiche e geopolitiche specie in Medio Oriente. Sono tutte considerazioni giuste, ma già scontate dai mercati. Il mercato azionario è un discounting process. Il problema non è guardare nello specchietto retrovisore, come fa Roubini oggi (ma non nel 2007), ma in avanti.

1.       Le azioni sono care o a buon mercato? A me sembrano a buon mercato tenendo conto del rapporto P/E storico.

2.       La differenza fra il rapporto utili/prezzi e i rendimenti dei titoli decennali negli Stati sicuri è o non è di circa sei punti, rendendo l’investimento azionario molto conveniente?

3.       La posizione finanziaria netta delle imprese è o non è la migliore da decenni  a questa parte per effetto delle riduzioni di personale e degli scarsi investimenti?

4.       I tassi di interesse a medio termine ben presto cominceranno a salire come è successo nel periodo 1949/1951 (da livelli superbassi) a causa di un certo miglioramento dell’economia. È vero o non è vero che in questo caso le borse reagiscono con dei rialzi dei prezzi?

Se tutto ciò è vero, come si spiega l’attuale correzione delle borse di circa il 7% da metà ottobre? In gran parte si spiega col fatto che negli Stati Uniti i grandi investitori hanno deciso di vendere i titoli per usufruire del basso peso fiscale sulle plusvalenze destinato a terminare  alla fine di quest’anno. Così incassano i profitti anche sui titoli migliori tipo Apple, Google, Amazon, Priceline, etc. Ma poi li ricompreranno. Io penso che a più tardi fra due settimane, o comunque entro Natale,  si metterà in moto il grande bull market di cui parlo da tempo.
Anche la correzione sull’oro sta terminando.
Confermo che si sta per presentare una grande occasione di vendita del TBond americano a trent’anni.
Per quanto riguarda le altre materie prime non mi sembrano interessanti e nemmeno il petrolio che è stato aiutato nella sua quotazione dalle vicende mediorientali.
Passando a parlare del mercato valutario, ritengo che lo yen continuerà ad indebolirsi perché è la moneta ideale in cui indebitarsi investendo in monete che rendono maggiormente. Anche l’euro continuerà ad indebolirsi, ma i mesi ideali per il crollo sono febbraio-marzo 2013.

Cari saluti

Francesco Arcucci
 
 
 
 
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