Carissimi,
vorrei ricordare alcuni punti di
svolta sulla borsa di New York. Nel settembre 2011, mentre le borse crollavano,
New York compresa, io feci la previsione che alla fine di quel mese avremmo
avuto un minimo e poi un notevole rialzo. L’SP scese fino a 1070 il 4/10/11 e
poi rimbalzò portandosi alla fine di marzo 2012 a 1407. A quel punto ritenni
che sarebbe avvenuta una correzione che infatti si materializzò in aprile e
maggio 2012 fino a 1260 dell’SP toccato all’inizio di giugno 2012. Dopo un po’
di movimento laterale in giugno e all’inizio di luglio non ebbi dubbi che le
parole di Draghi alla fine di luglio 2012 si sarebbero saldate con quanto io
avevo previsto e cioè una nuova fase di rialzo che infatti ci portò a 1470 di
SP il 5/10/12. Poi di nuovo una correzione alimentata dal timore del fiscal
cliff, ma per me il mercato azionario di New York è al rialzo e nell’ultima
settimana lo ha dimostrato risalendo di oltre il 3%. Queste mie previsioni
degli ultimi due anni sono state un po’ offuscate in Italia e in Europa dal
fatto che, mentre con riferimento a New York erano sorprendentemente esatte,
viste dall’Europa non erano altrettanto precise. Infatti, se guardiamo in un
grafico la performance relativa delle borse europee rispetto a New York dal
2012, la debolezza delle prime ha reso meno chiari i punti di svolta verso
l’alto che a New York erano chiarissimi. Ma da qualche settimana finalmente le
piazze europee si sono messe in sintonia con New York e anzi la sopravanzano,
per cui le mie previsioni si possono applicare anche ai titoli europei e
italiani in particolare. Il fronte degli ottimisti si sta allargando, ma
ora è troppo facile: non sono più previsioni, ma affermazioni al traino. Adesso
l’ottimismo è ormai “ufficiale”. Dice Bernanke: “l’anno prossimo potrebbe
essere un anno molto buono per l’economia americana.” Ben Bernanke ha speso gli
ultimi 4 anni ad ammonire circa il pericolo che il deludente andamento
dell’economia potesse tradursi in qualcosa di peggio: le sue ultime
affermazioni danno ragione a chi, come me, da oltre un anno è ottimista sulla
borsa USA. Siamo in presenza di un punto di svolta: escludendo l’Eurozona i
dati economici stanno migliorando, la disoccupazione è al ribasso, le banche
capitalizzate, i prezzi degli immobili più stabili, le condizioni creditizie
meno tese. E in Europa? Anche qui la crisi dell’euro si può dire in gran parte superata
dal patto Merkel-Draghi e le borse lo sentono. Anche perché sono posizionate
per il peggio e i prezzi sono bassissimi non solo in termini di P/E, ma di
dividendi/prezzi che è pari ad un incredibile 5% contro un rendimento dei
titoli di stato a 10 anni dei paesi europei sicuri di circa il 2%.
Che cosa manca ancora? Il
sentiment, ma quello verrà. Quando tutti quelli che erano supernegativi
cambieranno idea e diventeranno positivi e superpositivi nel 2013-2014-2015 si
potrebbe manifestare il più potente bull market degli ultimi 100 anni. E a quel
punto il vero rischio sarà la bolla speculativa. Non mi pento di avere detto in
agosto 2012 che, secondo me, bisognava fare il contrario che nel luglio 2007.
Allora occorreva mettersi “sotto la tenda”, non avere debiti, ridurre al
massimo le partecipazioni e gli asset non liquidi. Oggi, secondo me, occorre
fare il contrario.
Passando al mercato valutario
ricordiamo che l’euro fece un minimo alla fine di luglio 2012 a 1,2060 contro
dollaro e da allora è in una fase di congestione che io valuto fra 1,25-1,33.
Per me questa congestione sarà rotta verso il basso. Quando? Il mio modellino
dice: tra febbraio 2012 e marzo 2013.
Gli altri mercati sono meno
interessanti compreso quello dei metalli preziosi (meglio l’argento) e del
petrolio. Attenzione al TBond trentennale americano che potrebbe essere davvero
vicino, quello sì, ad un grande cliff.
Cari saluti
Francesco Arcucci
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