lunedì 10 settembre 2012

L'Analisi del lunedì dei Mercati Finanziari- Lunedì 10 settembre


Carissimi,

 

l’euro contro dollaro ha fatto un minimo alla fine di luglio 2012 a 1,21 e poi è risalito di settimana in settimana fino al balzo di settimana scorsa da 1,26 a 1,28. Ciò significa che il trend ribassista è cambiato dal basso verso l’alto, oppure che si tratta dell’ultimo canto del cigno prima di un movimento al ribasso che lo porterà a fine anno a 1,00-1,10? Io mi schiero nettamente in quest’ultimo senso. In un movimento discendente un rimbalzo, anche netto, ha la funzione di eliminare la mano più debole che si era messa al traino pregustando facili utili (i mercati non regalano mai) e di creare incertezza. Ma poi il trend riprende inevitabilmente ed è quello che mi aspetto nelle prossime settimane almeno fino al termine dell’anno. Anche se qualcuno potrebbe pensare che mi sto sbagliando, io ritengo che per lunghezza temporale e per ampiezza del medesimo il rimbalzo stia terminando. Non mi fanno paura i discorsi su QE3 che sarebbe necessario dopo i dati sulla disoccupazione di venerdì scorso. Non credo proprio che la FED voglia usare ancora quest’arma. Per la legge dei rendimenti decrescenti ogni volta che la FED la usa, diventa meno potente. D’altro lato, se è vero che l’euro deve essere salvato in quanto tale ad ogni costo, perché la sua dissoluzione vorrebbe dire la fine dell’Europa e del più grande e appassionante progetto di dare un destino comune ai popoli europei dopo mille anni di orribili guerre, potendo contare ancora qualcosa nel mondo di fronte ai giganti, questo non significa che il tasso di cambio dell’euro debba essere forte. Nel periodo 2000-2002 il cambio era 0,83 e vi sono tutte le condizioni (compresa la permissività della BCE) perché si ritorni a quei livelli.

I mercati azionari mi stanno dando ragione, non tanto perché sono saliti ma perché in maggio e giugno 2012 avevo detto e scritto che un nuovo bull market era dietro l’angolo. E il bello deve ancora venire.

Per quanto riguarda i metalli preziosi la mia tesi è che la loro forza stia nell’uso spregiudicato della fiat money da parte delle banche centrali. Ecco la ragione dello scatto a 1730 dollari l’oncia dell’oro e a 33 dollari del silver. Ma poiché io non credo che siamo alla vigilia di un QE3, penso che il movimento rialzista abbia corto respiro. Quello dei preziosi quest’anno è un mercato non interessante perché senza trend, anche se l’argento è, come ho già detto, migliore dell’oro.

Le munizioni le userei nel senso di:

1.       Un rialzo delle borse

2.       Un ribasso dell’euro

3.       Un rialzo dei grani (lascerei stare le altre materie prime concentrandomi su frumento, mais e soia).

 

Cari saluti.

 

Francesco Arcucci

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