lunedì 17 dicembre 2012

Lettera del Lunedì dei mercati finanziari - 17 dicembre 2012


Carissimi,

 

molti dicono che la costruzione della BCE e dello stesso euro presentava un difetto di fabbricazione. Non si è tenuto conto del fatto che una Banca Centrale, oltre a svolgere funzioni di politica monetaria e politica del cambio ( ed eventualmente la vigilanza bancaria), deve anche poter svolgere la politica del debito pubblico, acquistando titoli pubblici venduti in eccesso rispetto alla domanda e con riferimento a un certo tasso d’interesse. Tutto ciò è vero, ma è anche vero che se si fosse insistito allora su questo punto

la BCE non sarebbe mai nata. Infatti con 11 e poi 12 e ora 17 finanze pubbliche dei paesi dell’Eurozona, sarebbe stato impossibile definire i criteri per questi acquisti. È stato necessario, purtroppo, toccare con mano il problema di una BCE monca come Banca Centrale, per arrivare a una soluzione, anche se imperfetta, del medesimo: la possibilità di acquisti illimitati di titoli dei Paesi che rispettano il fiscal compact. In questo periodo di crisi delle finanze pubbliche dei 5 Paesi di Eurolandia, l’euro è rimasto a galla. Anzi nell’ultimo mezzo anno ha guadagnato 10 figure contro dollaro. Molte grandi case finanziarie lo prevedono a 1.50, 1.60 e oltre. Non lo scrivente, che sulla base di un suo modellino, ritiene che l’ultimo mese in cui l’euro sarà forte è gennaio 2013. Da febbraio, ma soprattutto da marzo, l’euro dovrebbe calare moltissimo. Quello che è certo è che credo di essere uno dei pochissimi a prevedere un dollaro fortissimo nel 2013.

 

Le borse fanno fatica a riprendere la direzione che le ha caratterizzate nel 2012, e cioè verso l’alto. Questa prossima settimana, secondo la mia analisi, potrebbe essere l’ultima di relativa debolezza, o la prima di un potente ciclo ascendente che si manifesterà nel corso del 2013 e oltre. Sono assai indifferente circa il compromesso che eventualmente possa essere trovato riguardante il fiscal cliff. Stiamo assistendo alla fase finale di un grande processo di accumulazione dei titoli azionari in America, in Europa e nei Paesi emergenti, Cina compresa dopo le delusioni degli ultimi anni. Se le cose andranno come io mi aspetto i prossimi 2-3 anni dovrebbero essere molto positivi e fare dimenticare il fatto che le borse hanno dato tante delusioni agli azionisti nei 13 anni precedenti. La borsa Giapponese ha già cominciato a muoversi nettamente in questa direzione. Non dimentichiamoci che 22 anni fa l’indice NIKKEI aveva toccato 39.000. Pensare che risalga a 25.000 non mi sembra scandaloso.

 

L’oro è sballottato un po’ in su un po’ in giù, deve ancora digerire la folle corsa che dal novembre 2008 lo ha portato da 700 dollari l’oncia a 1918 (2 settembre 2011). È una digestione lunga, che potrebbe far pensare che il meglio per l’oro è dietro le spalle. Io penso invece che sia ancora davanti a noi.

Petrolio e gas risentono della fonte energetica rappresentata dalle scisti bitumose, specie canadesi e americane. L’America nel 1973 perse la sua autonomia energetica perché costava meno acquistare il petrolio medio - orientale. Oggi la sta riacquistando, e la cosa ha riflessi molto positivi per la borsa e soprattutto per il dollaro americano.

 

Questa analisi è l’ultima dell’anno solare 2012. Auguro un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo e riprenderemo le nostre analisi nei primi giorni di gennaio 2013.

 

Cari saluti,

 

Francesco Arcucci
 
 

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