lunedì 10 dicembre 2012

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 10 Dicembre 2012


Carissimi,

come molto spesso accade, quando gli economisti non riescono a spiegare un fatto lo trascurano. Anzi, negano che esista, lo mettono sotto il tappeto e parlano d’altro. Che le borse europee, con l’eccezione di quella tedesca, abbiano registrato una netta flessione dai massimi del 2007 viene spiegato come un fatto del tutto logico. L’economia è andata male (la causa) e i mercati azionari (l’effetto) hanno subìto una grande caduta (mediamente del 60% e a Milano da 42 mila dell’indice MIB a circa 15 mila). Ma se questo rapporto di causa-effetto è così logico e viene presentato come incontrovertibile, come mai con una economia che è andata benissimo, con tassi di crescita medi dal 2007 al 2012 del 9%, la borsa di Shanghai ha subìto una flessione del 70% in questo arco temporale? E non si dica che ciò è dovuto al fatto che il tasso di sviluppo sia lievemente rallentato nell’ultimo anno e mezzo, visto che il crollo dei prezzi delle azioni ha caratterizzato anche anni “favolosi” di crescita sopra il 10%. E allora? Come si spiega che due cause totalmente opposte (crisi in Europa, grande crescita in Cina) hanno prodotto lo stesso effetto? Forse perché non esiste un rapporto di causa ed effetto fra andamento dell’economia e borsa valori? Oh, mamma mia, no, perché se lo ammettessimo dovremmo buttare nel cestino 250 anni di studi di scienza economica. Meglio trascurare, negare quello che è avvenuto in Cina in campo borsistico. Fare finta di niente o trovare qualche spiegazione cervellotica e intanto insistere nel dire che se i prezzi delle azioni in Europa sono scesi è  a causa del cattivo andamento dell’economia. Questa (pseudo) certezza ci fa sentire meglio.

Al di là di queste osservazioni metodologiche, bisogna ammettere che il 2012 è stato un anno positivo per le borse (salvo per quella cinese). Tuttavia, un po’ meno positivo di come io pensavo, specialmente riferendomi all’ultima parte dell’anno. L’ SP ha chiuso la settimana scorsa sostanzialmente invariato, mentre le borse europee hanno registrato un ulteriore rialzo. A mio avviso il clima sociale non è favorevole ai consumi, ma mira al riequilibrio delle finanze pubbliche disastrate da un lungo periodo di eccessi. In questo contesto, che molti vedono sfavorevole alle borse, esce vincitore il settore delle imprese. Ecco perché, anche se questa settimana potrebbe essere non favorevole alle borse in generale, siamo comunque alla vigilia, secondo me, di un grande rialzo negli Stati Uniti, in Europa e nei paesi BRIC (Cina compresa). L’ultima decade di dicembre dovrebbe essere positiva e segnalare che questa positività continuerà anche l’anno prossimo.

Rilevo con piacere che il dollaro ha registrato miglioramenti nei confronti dell’euro e dello yen, nonostante il buon andamento delle borse. Per l’anno prossimo vedo terminare il periodo di congestione fra 1,33 e 1,26 contro euro e iniziare, probabilmente da fine febbraio, un movimento ascendente del dollaro destinato a sorprendere. Altre monete che vedo positivamente sono il dollaro canadese e le monete dei mercati emergenti.

Non è ancora giunto a mio avviso il momento dell’oro e dei metalli preziosi e neppure quello del petrolio.

 

Cari saluti.
Francesco Arcucci


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