martedì 8 gennaio 2013

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari- 7 Gennaio 2013


Carissimi,

il nuovo anno è iniziato con un “bang” sui mercati azionari di USA, Europa, Giappone e paesi emergenti (nella prima settimana rispettivamente +4.37%, +3.24%, +2.80%, +2.93%), ma i sintomi del fatto che andavamo verso un bull market erano presenti da luglio/agosto scorsi (quando io scrivevo che gli investitori avrebbero dovuto uscire dalla tenda diventando aggressivi) e sono stati riaffermati ancora in novembre 2012 quando dicevamo che eravamo vicini ad una esplosione verso l’altro. Quello che è successo negli ultimi tre anni è stato che, nonostante i prezzi veramente bassi delle azioni, specie in Europa, che avrebbe dovuto spingere gli investitori a comperare, la paura è stata più forte della convenienza. Si pensi che il rendimento dell’ SP500, e cioè il rapporto earnings/prezzi, è intorno al 6.5%, mentre il tasso sul titolo decennale del Tesoro americano si è collocato in questi mesi intorno a 1.70%. A mio avviso, nonostante la maggior parte delle newletters siano bearish, il rialzo dei prezzi continuerà con una maggiore forza relativa delle piazze europee rispetto a quella di New York.

Ho accennato al fatto che il rendimento del 10 anni del Tesoro americano nel 2012 si è collocato mediamente intorno a 1.70%, ma in questi mesi ho continuato a raccomandare di vendere il future trentennale quando valeva 150-152. Avevo anche detto che per la fine dell’anno 2012-inizio 2013 avremmo toccato 135. Il rialzo dei tassi dell’ultima settimana ci ha consentito di centrare sostanzialmente questa nostra previsione.

Per quanto riguarda il mercato dei cambi, a parte lo spettacolare rialzo del dollaro contro yen negli ultimi due mesi da 78 a 87, vi è da registrare nell’ultima settimana un certo indebolimento dell’euro che è in linea con il nostro modello. Idealmente l’euro dovrebbe indebolirsi rispetto ai massimi, ma di poco, nel mese di gennaio, continuare a indebolirsi, ma limitatamente in febbraio e da marzo in poi flettersi in modo molto netto dando luogo ad un vero e proprio crash. È chiaro che il percorso effettivo potrebbe avere qualche scostamento rispetto al percorso ideale, ma mi auguro che non si discosti sostanzialmente da quello.

Le materie prime dovrebbero cominciare a dare luogo a qualche segnale di ripresa, anche se il comportamento dell’oro in coincidenza con l’allontanarsi del fiscal cliff non mi è sembrato finora promettente. Il prezzo del petrolio ha continuato ad essere sostenuto nonostante l’indebolirsi della domanda mondiale.

Cari saluti

Francesco Arcucci

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