Carissimi,
il nuovo anno è iniziato con un
“bang” sui mercati azionari di USA, Europa, Giappone e paesi emergenti (nella
prima settimana rispettivamente +4.37%, +3.24%, +2.80%, +2.93%), ma i sintomi
del fatto che andavamo verso un bull market erano presenti da luglio/agosto
scorsi (quando io scrivevo che gli investitori avrebbero dovuto uscire dalla
tenda diventando aggressivi) e sono stati riaffermati ancora in novembre 2012
quando dicevamo che eravamo vicini ad una esplosione verso l’altro. Quello che
è successo negli ultimi tre anni è stato che, nonostante i prezzi veramente
bassi delle azioni, specie in Europa, che avrebbe dovuto spingere gli
investitori a comperare, la paura è stata più forte della convenienza. Si pensi
che il rendimento dell’ SP500, e cioè il rapporto earnings/prezzi, è intorno al
6.5%, mentre il tasso sul titolo decennale del Tesoro americano si è collocato
in questi mesi intorno a 1.70%. A mio avviso, nonostante la maggior parte delle
newletters siano bearish, il rialzo dei prezzi continuerà con una maggiore
forza relativa delle piazze europee rispetto a quella di New York.
Ho accennato al fatto che il
rendimento del 10 anni del Tesoro americano nel 2012 si è collocato mediamente
intorno a 1.70%, ma in questi mesi ho continuato a raccomandare di vendere il
future trentennale quando valeva 150-152. Avevo anche detto che per la fine
dell’anno 2012-inizio 2013 avremmo toccato 135. Il rialzo dei tassi dell’ultima
settimana ci ha consentito di centrare sostanzialmente questa nostra
previsione.
Per quanto riguarda il mercato
dei cambi, a parte lo spettacolare rialzo del dollaro contro yen negli ultimi
due mesi da 78 a 87, vi è da registrare nell’ultima settimana un certo
indebolimento dell’euro che è in linea con il nostro modello. Idealmente l’euro
dovrebbe indebolirsi rispetto ai massimi, ma di poco, nel mese di gennaio,
continuare a indebolirsi, ma limitatamente in febbraio e da marzo in poi
flettersi in modo molto netto dando luogo ad un vero e proprio crash. È chiaro
che il percorso effettivo potrebbe avere qualche scostamento rispetto al
percorso ideale, ma mi auguro che non si discosti sostanzialmente da quello.
Le materie prime dovrebbero
cominciare a dare luogo a qualche segnale di ripresa, anche se il comportamento
dell’oro in coincidenza con l’allontanarsi del fiscal cliff non mi è sembrato
finora promettente. Il prezzo del petrolio ha continuato ad essere sostenuto
nonostante l’indebolirsi della domanda mondiale.
Cari saluti
Francesco Arcucci
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