martedì 15 gennaio 2013

L'Analisi del Lunedì dei Mercati Finanziari - 15 Gennaio 2013


Carissimi,
 
l’analisi dei mercati finanziari, in particolare di quelli azionari, trova un suo primissimo punto di partenza nella efficient market hypothesis secondo la quale: 1) tutte le classi di attività rendono egualmente se ponderate per la volatilità. 2) i prezzi delle azioni riflettono tutte le notizie conosciute, per cui seguono una “random walk” come risposta a tali notizie. Tuttavia questa teoria è stata largamente smentita negli ultimi anni. A mio avviso il mercato è dominato da due forze: a) il momentum o spinta del mercato che tende a far muovere il prezzo nella stessa direzione. b) il ritorno alle medie (the reversion to the mean) per cui le borse sopravalutate e quelle sottovalutate tendono a  ritornare alla media. La prima forza opera nel breve termine, la seconda nel lungo termine. L’anno scorso ho colto il fatto che il processo di ritorno alla media stava terminando e si stava preparando una grande fase caratterizzata da un momentum positivo. Questa inerzialità positiva a mio avviso continuerà a manifestarsi per alcuni anni. Per questo ho scritto numerose volte in questa sede che si sta preparando un bull market probabilmente di dimensioni storiche. Pochi gestori lo hanno capito, per cui anche se nel 2012 vi è stato un rialzo generalizzato delle borse, circa il 70% ha fatto peggio del mercato, e addirittura per i gestori dei fondi hedge, questa percentuale si innalza all’88%. Quando il momentum è positivo sono meglio gli ETF  dei gestori attivi, i quali, nella speranza di cogliere i punti di svolta, rischiano di fare un sacco di pasticci.

Ora vorrei spendere alcune parole sui cambi. Apparentemente il rialzo dell’euro sta smentendo il mio modello. Quest’ultimo tuttavia è basato sul Dollar Index che costituisce una media del valore del dollaro contro cinque monete (euro, sterlina, dollaro canadese, yen, franco svizzero) con diversi livelli di ponderazione. Il movimento che si è manifestato in queste ultime sedute, è derivato da carry trade. Gli operatori cioè si sono indebitati in yen, hanno venduto yen acquistando dollari, hanno venduto dollari acquistando euro per trarre vantaggio dal sia pur minimo differenziale di interessi. Nel complesso quindi l’apprezzamento del dollaro ponderato sullo yen, è stato uguale al deprezzamento ponderato del dollaro sull’euro.

Certamente il rialzo dell’euro non è in linea con le mie previsioni (anche se diverse volte avevo parlato di un livello di 1,33 come possibilità), ma non è ancora detta l’ultima parola. In febbraio, ma soprattutto in marzo ed aprile, ci dovrebbe essere un forte rialzo del Dollar Index e a quel punto l’euro dovrà abbassare la testa. Metalli preziosi sono ancora abbandonati a se stessi, ma preferisco nettamente l’argento all’oro. Interessante il rialzo del prezzo del petrolio nonostante la debolezza della domanda mondiale.

Cari saluti
Francesco Arcucci
 
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