Carissimi,
la settimana scorsa ha avuto due
volti. Nella prima parte i mercati azionari hanno continuato ad apprezzarsi
facendo affidamento sulla prosecuzione della politica monetaria accomodante da
parte delle banche centrali. Ma è bastato che filtrassero voci in merito alla
possibilità che la FED interrompesse o, almeno, rallentasse il ritmo di
acquisto di titoli del Tesoro che l’SP ha fatto registrare il maggior declino
di due giorni da novembre scorso, anche se, settimana su settimana, la
flessione è stata solo dello 0,69%.
Intanto si avvicinano importanti
appuntamenti politici negli Stati Uniti: il primo marzo entrano in vigore i
tagli automatici alle spese discrezionali su difesa e salute (circa 80 miliardi
di dollari nel 2013), mentre il 27 marzo è il termine per la ratifica della
risoluzione che serve ad autorizzare ulteriori spese per l’attuale anno
fiscale. In Europa e soprattutto in Giappone il rialzo delle borse è proseguito
(rispettivamente dello 0,36% e dell’ 1,90%) salvo in Italia dove il FTSE MIB è
arretrato di quasi il 2% per le incertezze sul risultato elettorale. Nel
complesso, tuttavia, è probabile che proseguirà la politica monetaria
espansionistica al punto che in Giappone e in Inghilterra la Banca Centrale
accetterà un target dell’inflazione al di sopra del 2%. Sono quindi convinto
che il rialzo proseguirà e che, paradossalmente, il cattivo andamento
dell’economia specie in Europa è un viatico per la prosecuzione del rialzo
stesso. L’Italia è più debole delle maggiori economie europee, ma il suo
sistema bancario, nonostante la cattiva stampa causata dal Monte dei Paschi di
Siena, presenta un rapporto attivo/mezzi propri di 14, meno della metà del valore
rilevato per le banche tedesche e francesi. Per quanto riguarda il mercato che
io preferisco, quello americano, è molto incoraggiante la ripresa dell’attività
di M&A. E in più si tratta di società di notevoli dimensione: un management
bail-out per la DELL, un merger fra American Airlaines e US Airways e un
acquisto da parte di Warren Buffet per la Heinz.
Sul mercato dei cambi l’euro ha
continuato a “viaggiare” intorno a 1,32 e cioè non si è indebolito nonostante i
dettagli sugli acquisti dei titoli di Stato italiani e spagnoli da parte della
BCE nel 2011/2012 e nonostante il rimborso dell’asta LTRO a 36 mesi del
dicembre 2011/2012. Su circa 1000 miliardi di euro di prestiti a medio termine
della Banca Centrale Europea sono stati rimborsati soltanto 61,1 miliardi.
Questo denota che la liquidità non ha ancora raggiunto un flusso adeguato
attraverso il mercato dei depositi interbancari. Se l’euro nonostante tutto è
rimasto stabile, dopo la flessione da 1,37 a 1,32, il dollar index è ai massimi
degli ultimi 5 mesi per effetto del crollo della sterlina e dello yen. Dovremmo
essere solo all’inizio di questo movimento ascendente.
Fragile l’oro e le materie prima
in genere. Incapaci di prendere lo spunto da conferme della politica monetaria
espansionistica, si spaventano di fronte a voci di eventuale cambiamento di
strategia da parte della FED. Perfino il petrolio che era andato controcorrente
nella settimana scorsa ha perso oltre 3 dollari al barile.
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