lunedì 18 febbraio 2013

L'analisi del lundedì dei mercati finanziari - 18 febbraio 2013


Carissimi,

 

in un mondo di banche centrali che possono non solo manovrare i tassi di interesse a breve, ma possono acquistare liberamente titoli pubblici, agendo da acquirenti che saldano la differenza fra acquisti e vendite sul mercato, per aumentare la massa monetaria, la BCE rischia di trovarsi per la seconda volta a mal partito. Un anno fa si trattava per la BCE, di crearsi uno spazio di manovra per intervenire a favore della solvibilità delle pubbliche amministrazioni dei Paesi deboli di Eurolandia. E alla fine Draghi, nonostante le obiezioni della Deutsche Bundesbank ce l’ha fatta a dire l’espressione magica: che l’euro sarebbe stato difeso “whatever it takes”. Oggi il problema è meno pressante, ma più insidioso. La Fed e la Bank of Japan stanno acquistando aggressivamente titoli pubblici, perché in tal modo pensano di espandere la base monetaria (cioè il loro bilancio) e la massa monetaria (biglietti e depositi) per dare fiato all’economia, e, nel caso giapponese, all’inflazione e, nel caso americano, all’occupazione. L’effetto è stato negativo per l’Europa, che ha visto rafforzarsi l’Euro contro dollaro e yen. Ciò in un momento in cui l’Europa ha bisogno di un euro debole per rilanciare le esportazioni, in presenza di consumi e investimenti in netta contrazione. Il risultato è un ulteriore indebolimento del livello dell’attività produttiva in Italia e Spagna, ma anche in Francia e Germania. Io non ho dubbi che le forze di mercato faranno indebolire l’euro, ma condanno la spregiudicatezza delle altre banche centrali che approfittano dei vincoli della BCE per scaricare su di noi i loro problemi. Non è certo un bell’esempio di cooperazione internazionale fra banche centrali. Ecco perché la moneta unica europea, dopo una flessione da 1.37 a 1.33, fa fatica a indebolirsi oltre, mentre il dollar/index si sta rafforzando come previsto a causa dell’ulteriore debolezza dello yen e della sterlina britannica.

Per quanto riguarda i mercati azionari è continuato, seppur lentamente, il rialzo a New York, Londra, Tokyo e Shangai, mentre le piazze europee si sono indebolite. Ma con riferimento alla Big Picture il mercato rimane al rialzo, e c’è da osservare che, oltre alle tante ragioni già menzionate (errato posizionamento al ribasso degli investitori, bassi prezzi delle azioni in termini di P/E e dividend yield rispetto ai tassi dei titoli di Stato, buona salute del settore di imprese sotto il profilo della posizione finanziaria netta eccetera, eccetera) vi è da menzionare il rapporto fra il ciclo delle commodities e quello dei mercati azionari. A commodities che salgono di prezzo, come nel decennio 1970 e nel decennio 2000, si associano borse piatte o in discesa. A commodities che scendono di prezzo, come nei decenni 1950, 1980, 1990, si associano rialzi delle azioni. La probabile fine del ciclo di rialzo del decennio 2000 è un’altra delle tante ragioni per cui i prezzi delle azioni, al di là dei movimenti di breve periodo, sono destinati a mio avviso a salire nettamente per alcuni anni.

 

Cari saluti,

 

Francesco Arcucci


DISCLAIMER


Il contenuto di questo Blog mira - in via esclusiva - alla informazione personale dell’utente e rappresenta corrispondenza privata. Esso non può costituire e, in effetti, non costituisce in nessun modo un consiglio di investimento né una sollecitazione al pubblico risparmio. Non vi è alcuna garanzia, né si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti, riguardo l’utilizzo di tutto quanto contenuto in questo Blog che ha solo, come si è detto, una finalità informativa. Si ribadisce pertanto che ciascun utente è responsabile delle proprie attività di investimento per cui il Prof. Francesco Arcucci, in quanto Autore e proprietario del Blog, non può essere ritenuto responsabile di alcuna perdita e/o danno diretto o indiretto derivanti dall’uso del contenuto del Blog in parola. Si invita quindi a non investire senza prima avere consultato il proprio gestore o consulente autorizzato.

Nessun commento:

Posta un commento