martedì 17 aprile 2012

L’analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 16 Aprile


Carissimi,

molti si sono meravigliati della risalita dello spread fra i BTP italiani e i Bund tedeschi in pochi giorni da 270 punti a quasi 400, perché non hanno capito che la finanza pubblica è patologica per sua stessa natura. Non prevede il pagamento né del capitale, né degli interessi  (se non per la quota molto infrequente di avanzo primario). Il debito pubblico cresce per sua natura in modo esponenziale ed è per questo che è giusto confrontarlo con il PIL nominale (tasso di crescita reale + inflazione) che, in condizioni normali, cresce anch’esso in modo esponenziale. Ma ciò non toglie che il settore pubblica amministrazione finanzia i vecchi debiti e gli interessi con nuovi e maggiori debiti ed è sempre a rischio di insolvenza. Le banche centrali furono create storicamente per questo: per finanziare illimitatamente il settore pubblico nel caso gli investitori non lo facessero in misura sufficiente.
Quando fu creata la BCE ci si dimenticò di questa importantissima circostanza e si mandarono allo sbaraglio le finanze pubbliche dei paesi di Eurolandia, condannandole a restare sempre sull’orlo del fallimento comprese quelle tedesche. Infatti se il contagio si diffondesse, anche i titoli tedeschi necessari al rinnovo del debito pubblico della Germania potrebbero essere considerati sgraditi a vantaggio, ad esempio, di quelli americani dove la Banca per il finanziamento illimitato per la pubblica amministrazione si chiama Federal Reserve. Ecco perché o la BCE sarà dotata degli stessi poteri della FED, oppure il problema della fragilità della finanza pubblica dei paesi di Eurolandia non finirà mai. Monti sta facendo le cose giuste, ma non è certo con molte più tasse e un po’ meno spese che si risolve il problema del rischio sovrano in Italia. Anzi, terrorizzando il consumatore (l’Agenzia delle Entrate è la nuova Santa Inquisizione e i suicidi sono i nuovi roghi) si finirà per aumentare il rapporto debito/PIL accentuando la crisi. Da qui nessuna meraviglia che lo spread BTP/Bund riprenda a crescere dopo qualche entusiasmo da parte di chi capisce ben poco di finanza pubblica.
In questo contesto vivono i mercati azionari, i mercati valutari e quelli dei preziosi che siamo chiamati a prevedere.
I mercati azionari sono influenzati soprattutto dalla situazione delle grandi piazze di New York, Londra e Tokyo per le quali il problema del rischio sovrano in Eurolandia conta certamente, ma poco. New York di fondo è in salita per i mille motivi analizzati più volte in questa sede. Ma, nelle ultime settimane, come previsto, sta correggendo in un modo morbido che mi piace molto. Cozzato contro la barriera di 1410, l’SP è sceso settimana scorsa fino a livello di 1345 per poi rimbalzare. È finita la correzione? Non credo, ma non tarderà molto a finire. Anche Londra e Tokyo mi piacciono, mentre l’Europa, quando l’America non trascina, è un disastro.
I mercati valutari sono caratterizzati, da un lato, da una logica di stabilità tipica del desiderio delle banche centrali di avere cambi fissi o almeno stabili, ma il dollaro sta ultimando una grande virata dal basso verso l’alto che dura da marzo 2008 ed è pronto o quasi a stupire tutti con un rialzo favoloso. I metalli preziosi mi hanno deluso settimana scorsa con l’oro e l’argento che sono tornati verso i minimi del range di questo periodo. Questa settimana dovrebbe essere quella del “make it or break it” e, poiché io sono rialzista, penso che prevarrà il make it specialmente per l’argento per cui vedo un rialzo molto accentuato (40-42 dollari l’oncia per fine maggio).

 Cari saluti.

 Francesco Arcucci

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