martedì 10 aprile 2012

L'analisi del lunedì dei Mercati Finanziari - 9 aprile 2012

Carissimi,

le banche centrali amano i cambi fissi e accettano i cambi flessibili solo per necessità. E la necessità consiste nell’evitare che si accumuli troppa pressione al rialzo o al ribasso che dia luogo a bruschi e ampi movimenti: a questo portano le fasi di troppo lunga fissità nei cambi. Naturalmente per cambi fissi le banche centrali intendono una gamma di oscillazione abbastanza stretta e recentemente BCE e FED ne hanno individuato una per l’euro/dollaro fra 1,30-1,34. E può darsi che il cambio dell’euro, che ha toccato 1,30 la settimana scorsa, riesca a rimbalzare ancora verso 1,33-1,34. Ma “the time is running out” e per l’euro si avvicina il momento del crollo. Questa settimana, nonostante la menzionata preferenza delle banche centrali per la lateralità dei cambi, prevedo una flessione dell’euro verso 1,28 e della sterlina, che fino a settimana scorsa era forte, verso 1,56. Il dollar index dovrebbe uscire dall’area di congestione 78-80 e proiettarsi versi 81,50.

Avevo detto che l’argento avrebbe trovato un minimo a 31 dollari l’oncia e l’oro verso 1640. Il metallo giallo ha rotto quel livello e si è avvicinato pericolosamente a 1600, mentre l’argento (che è migliore) ha tenuto perfettamente l’angolo dominante a 31. Per questa settimana sono rialzista sui metalli preziosi. In particolare sfrutterei ogni eventuale piccola debolezza per acquistare, poiché da metà di aprile e per circa un mese e mezzo i metalli preziosi, e specialmente l’argento, dovrebbero fare cose egregie (argento verso 40 dollari l’oncia). Voglio sottolineare che finalmente questo movimento rialzista riguarderà anche i titoli delle società aurifere e argentifere. È un’affermazione molto importante poiché finora la divergenza fra il prezzo dei metalli preziosi e quello delle società aurifere è stato straordinario.

I mercati azionari sono in fase correttiva da qualche settimana come previsto. Ma, mentre l’Europa sta facendo questa correzione in modo netto, l’SP si è rifiutato di farla: solo ora dovrebbe indebolirsi fino a 1350/1360. Toccato quel pavimento vedo una nuova fase di rialzo come quella che ha caratterizzato il periodo 4 ottobre 2011- 15 marzo 2012, con un rialzo del 20-30% nei prossimi mesi.

Non sono interessanti in questa settimana né il petrolio né il gas naturale.

Sono invece molto interessanti i Tbond i cui prezzi dovrebbero rimbalzare. Il trent’anni americano si trova ormai in un bear market di fondo, ma dà luogo a  rimbalzi sul breve per ingannare gli investitori e nascondere il suo vero trend.

Cari saluti

Francesco Arcucci

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