le banche centrali amano i cambi
fissi e accettano i cambi flessibili solo per necessità. E la necessità
consiste nell’evitare che si accumuli troppa pressione al rialzo o al ribasso
che dia luogo a bruschi e ampi movimenti: a questo portano le fasi di troppo
lunga fissità nei cambi. Naturalmente per cambi fissi le banche centrali
intendono una gamma di oscillazione abbastanza stretta e recentemente BCE e FED
ne hanno individuato una per l’euro/dollaro fra 1,30-1,34. E può darsi che il
cambio dell’euro, che ha toccato 1,30 la settimana scorsa, riesca a rimbalzare
ancora verso 1,33-1,34. Ma “the time is running out” e per l’euro si avvicina
il momento del crollo. Questa settimana, nonostante la menzionata preferenza
delle banche centrali per la lateralità dei cambi, prevedo una flessione
dell’euro verso 1,28 e della sterlina, che fino a settimana scorsa era forte,
verso 1,56. Il dollar index dovrebbe uscire dall’area di congestione 78-80 e
proiettarsi versi 81,50.
Avevo detto che l’argento avrebbe
trovato un minimo a 31 dollari l’oncia e l’oro verso 1640. Il metallo giallo ha
rotto quel livello e si è avvicinato pericolosamente a 1600, mentre l’argento
(che è migliore) ha tenuto perfettamente l’angolo dominante a 31. Per questa
settimana sono rialzista sui metalli preziosi. In particolare sfrutterei ogni
eventuale piccola debolezza per acquistare, poiché da metà di aprile e per
circa un mese e mezzo i metalli preziosi, e specialmente l’argento, dovrebbero
fare cose egregie (argento verso 40 dollari l’oncia). Voglio sottolineare che
finalmente questo movimento rialzista riguarderà anche i titoli delle società
aurifere e argentifere. È un’affermazione molto importante poiché finora la
divergenza fra il prezzo dei metalli preziosi e quello delle società aurifere è
stato straordinario.
I mercati azionari sono in fase
correttiva da qualche settimana come previsto. Ma, mentre l’Europa sta facendo
questa correzione in modo netto, l’SP si è rifiutato di farla: solo ora
dovrebbe indebolirsi fino a 1350/1360. Toccato quel pavimento vedo una nuova
fase di rialzo come quella che ha caratterizzato il periodo 4 ottobre 2011- 15
marzo 2012, con un rialzo del 20-30% nei prossimi mesi.
Non sono interessanti in questa
settimana né il petrolio né il gas naturale.
Sono invece molto interessanti i
Tbond i cui prezzi dovrebbero rimbalzare. Il trent’anni americano si trova
ormai in un bear market di fondo, ma dà luogo a rimbalzi sul breve per
ingannare gli investitori e nascondere il suo vero trend.
Cari saluti
Francesco Arcucci
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